Che cosa hanno in comune - medaglia d'oro europea a parte - Daniele Meucci (Zurigo 2014) e Iliass Aouni, fresco campione soprattutto scopritore di talenti e di futuri campioni. Come Iliass Europei di corsa su strada? L'allenatore, ovvero Massimo Magnani. Un nome, una garanzia. Ex top maratoneta (due Olimpiadi, Montréal 1976, tredicesimo; Mosca 1980, ottavo) e DT della Nazionale, oggi soprattutto scopritore di talenti e di futuri campioni. Come Iliass.
Mattia Furlani, presente e futuro dellatletica la corsa ha origini e tradizioni lontanissime con la primissima maratona - fu la Maratona Estense - è datata 10 giugno 1909, vinta da Gualtiero De Maria con il tempo di poco superiore alle 2 ore e 51 minuti. E proprio a Ferrara, tra il campo scuola e il circuito regalato dalle mura rinascimentali, con Magnani si allenano altri tre azzurri: Neka Crippa, Federica Del Buono ed Elisa Palmero.
Aouani, gli allenamenti per vincere la maratona agli Europei
Leonardo Fabbri, la stella italiana del peso?
"Ci sto provando, ma non è facile (sorride, ndr). Vincere il titolo d’Europa in volata come ha fatto Iliass è qualcosa di incredibile e straordinario. Non nego però che mi ha fatto prendere un colpo...".
In che senso?
"Vedevo che non partiva mai alla fine e mi chiedevo il perché. Mi dicevo: ma cosa sta facendo? Poi ho capito che quella era stata una precisa scelta. Voleva battere il gruppo di israeliani, tra cui il vice campione del mondo (Maru Teferi), in volata. Era carico, convinto dei suoi mezzi e di quello che voleva fare. Alla fine ha vinto e ha avuto ragione lui".
Come l'avevate preparata la gara?
"Proprio come l'ha condotta Iliass. Non era facile, il percorso era molto duro. Lui sapeva benissimo che a tratti avrebbe perso qualche metro e che non doveva preoccuparsi o strafare perché piano piano l'avrebbe recuperato. La sua grande capacità è stata quella di restare tranquillo e concentrato fino al traguardo".
Il 2024 per lui è stato un anno molto complicato, in mezzo c'è stata anche la breve esperienza al Tuscany Camp prima del ritorno da lei. Quanto l’ha visto cambiato?
"Allontanarsi da Ferrara gli è servito, l'ho visto davvero maturato e molto più consapevole di quello che poteva fare. Ha capito che a Ferrara c’è gente che gli vuole bene, lo vuole aiutare in maniera disinteressata e che pensa esclusivamente a lui. E che per lui ha un progetto importante. Ha ritrovato serenità, questo il segreto".
Cosa è cambiato tra voi due, nella preparazione degli allenamenti e delle gare, rispetto alla vostra prima esperienza insieme?
"Innanzitutto per entrambi non è stata la cosiddetta 'minestra riscaldata'. Siamo ripartiti guardandoci negli occhi e buttando giù un progetto tutto nuovo. Abbiamo rivisitato tutto il percorso da fare insieme, reso più completo il team di lavoro, capito gli errori da non commettere più. Da qui abbiamo costruito la vittoria europea e non è certo un punto di arrivo, sia chiaro...".
Nel futuro cosa c'è?
"A breve termine il mondiale a Tokyo dove Iliass si presenterà come campione europeo, poi vogliamo migliorare il primato personale (2h06'06"). Infine Andy Diaz, il triplista che ci invidia il mondo, il grande obiettivo di questo quadriennio".
Iliass dove può ancora crescere?
"Lui è giovane (29 anni) e ha tanta fame, inoltre non dimentichiamoci che ha corso solamente quattro maratone. Va migliorato sempre il motore, va raffinato per confermarsi al top non solo europeo, ma mondiale. Domenica ha inoltre dimostrato che può giocarsi la partita uomo contro uomo negli ultimi 2-300 metri finali".
Nel corso della sua carriera, di talenti ne ha scoperti e allenati tanti così come le soddisfazioni ottenute. Ma, ci dica la verità, l’oro di Lovanio e soprattutto il rapporto con Iliass hanno un sapore speciale?
"La vittoria del 2014 di Meucci fu straordinaria, bellissima. Ma questa di Iliass è molto particolare. Nel 2022, terminati gli studi in America, venne a cercarmi perché voleva che lo allenassi. Finita una gara dove andò male, gli dissi: tu hai grandissime qualità, ora non buttarti via. Iliass mi guardò attonito, probabilmente mi pensò un pazzo. Lì siamo partiti. Tra noi c’è un rapporto molto stretto, che va al di là del rapporto tra allenatore e atleta".
Antonio Rao a 92 anni completa la maratona di Roma...
"Neka (Crippa, fratello di Yemen, ndr), Elisa Palmero (Palmero, 22esima domenica agli Europei, ndr) e Federica (Del Buono, 28esima sempre domenica, ndr) hanno un grandissimo potenziale e sono tutti ragazzi che hanno voglia di migliorarsi giorno dopo giorno. Il gruppo è fantastico. Vederli, insieme a Iliass, ogni giorno al campo scuola deve essere un esempio per i tanti giovani che praticano questo fantastico sport".
A proposito di giovani, quanti ne stanno crescendo accanto a Magnani?
"Ci sono ragazzi molto interessanti da Elisa Clementi, studentessa di Medicina che si è trasferita a Ferrara, ad Abrham Asado di Cento, già campione juniores di mezza maratona fino al ferrarese Francesco Bigoni. Abbiamo un progetto molto importante e vogliamo crescere ancora".