La corsa può essere molto più di tempi, chilometri e medaglie. Può costituire una forma di riscatto e amplificare messaggi, così come raccontano le storie degli Asics Frontrunner Sara Taiocchi e Simone Carniglia, ldquo;La corsa mi ha dato la certezza di riuscire a farcela contando sulle mie possbilità nuovo numero di Runner's World di aprile.
La storia di Sara Taiocchi: "la corsa mi ha insegnato a essere più costante nella vita"
C'è una Sara prima della corsa e una dopo. Perché spesso questo sport è in grado di trasformare le persone, dare loro un nuovo punto di vista e cambiarne le priorità, esattamente come è successo a lei. Classe 1985, di San Pellegrino Terme in provincia di Bergamo, Sara Taiocchi è diventata Asics FrontRunner nel 2018 e ora non può fare a meno del movimento e soprattutto delle vette, tanto da aver intrapreso nel 2020 il corso per diventare accompagnatrice di media montagna.
Oggi la community del running (e non solo) In edicola e digitale, scopri RW di aprile, un nickname che si è scelta per non prendersi mai troppo sul serio e che incarna l’emblema dello stare in montagna e dell’esserci in maniera decisa. Eppure, in passato, le salite erano qualcosa che non le interessava, completamente distante dal suo mondo fatto di vestiti firmati e locali alla moda.
Lo sport nella sua vita era sempre stato sullo sfondo, con pochi allenamenti di pallavolo, qualche garetta vinta ai giochi della scuola e alcune attività da fare in compagnia delle amiche, ma con poca costanza e ancora meno voglia. Fino a una data precisa, il 14 settembre del 2012, il giorno in cui in Val Brembana riaprivano le scuole e iniziava un nuovo ciclo.
Come mai hai iniziato a correre proprio il primo giorno di scuola?
"Ho pensato che potesse essere un buongiorno per iniziare. Avevo 27 anni e un passato tutt’altro che sportivo tanto che, una delle prime volte che correvo, ho incrociato la mia professoressa di educazione fisica delle medie che ci ha messo un po’ a riconoscermi: non poteva credere che stessi davvero correndo. La verità è che ho iniziato a correre per un obiettivo più psicologico che sportivo, ovvero imparare a essere più costante nella vita".
In che senso più costante?
"Ogni volta che affrontavo una situazione o iniziavo qualcosa, appena diventavo un pochino più brava mollavo e dicevo 'no, non fa per me'. Mi è successo con i lpianoforte, la pallavolo, il sassofono, ma accadeva anche con i fidanzati. Creavo queste storie lunghissime e poi, dopo un po’, non riuscivo più ad andare avanti".
Cosa è cambiato in te?
"La corsa mi ha dato la certezza di riuscire a farcela contando sulle mie possibilità, ma sono convinta che ognuno possa trovarci quello che cerca. Ero partita con questo obiettivo, poi mi sono ritrovata con tanti altri insegnamenti che sono scaturiti dal continuare a correre, come sentirmi capace, sviluppare maggiore fiducia in me stessa, nelle mie capacità; questo mi ha permesso di spostare più in su la mia asticella su diversi ambiti. Anche quello lavorativo. È con questa nuova consapevolezza che mi sono approcciata al corso di accompagnatrice di mezza montagna".
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La storia di Simone Carniglia, il runner che ha fatto cambiare il regolamento della Maratona di New York
Quando ha capito che la sua storia avrebbe potuto non solo ispirare, ma anche concretamente aiutare gli altri, Simone Carniglia si è messo a correre ancora più forte. Ingegnere di 37 anni, quando ne aveva 12 gli viene diagnosticato il diabete di tipo 1, una malattia autoimmune che colpisce circa una persona su 300. Questo però non gli ha impedito di praticare sport, preferendo quelli di squadra come basket e pallamano a cui si dedica con grande entusiasmo, nonostante i numerosi infortuni soprattutto alle caviglie.
Nel 2017 un’operazione lo obbliga a stare fermo per molto tempo e, anche a causa della sua malattia, Simone ingrassa parecchio arrivando a pesare 130 chili. Decide di partire per un viaggio di trekking alle Azzorre dove Boston, Chicago, Tokyo, Berlino e Contatta la redazione.
È l’inizio del cambiamento, Allatta la figlia in un ultratrail e vince che lo porterà a essere oggi il solo diabetico ad aver corsole sei maratone “Major”: Londra, Storia del running: Zabala eroe olimpico New York, in meno di 16 ore 15 minuti, 2:42’30” di me-dia. Un successo che gli è valso anche il Guinness dei Primati.
Gare ed eventi?
"Sicuramente l’atmosfera, la sfida con se stessi e, al contempo, la condivisione con gli altri. È un ambiente che mi piace molto e che mi ha accolto nonostante lamia diversità. Alle gare ho conosciuto tante persone che nel tempo sono diventate amiche".
Quanto il diabete 1 condizionala tua prestazione sportiva?
"Diciamo che fare sport in maniera metodica e sistematica nella mia condizione non è scontato. Se in una maratona ci sono mille fattori da considerare, per noi diabetici a questi si aggiungono circa 180 decisioni che dobbiamo prendere ogni giorno della nostra esistenza. Nonostante ciò, io non me la ricordo la mia vita prima della diagnosi perché in fondo non ho mai vissuto la malattia come un limite, ma come un ostacolo da superare provando, sbagliando e ritentando".
ldquo;La corsa mi ha dato la certezza di riuscire a farcela contando sulle mie possbilità?
"Prima di cominciare, volevo dimostrare a me stesso di potercela fare. Durante il 'viaggio' però, ho capito che l’obiettivo non poteva riguardare solo me. Quando ho raccontato la mia storia sui social mi sono reso conto che potevo essere da esempio: mi hanno cercato altri ragazzi con la mia stessa patologia chiedendomi consigli e complimentandosi per il messaggio che stavo portando nel mondo"
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Una nuova esperienza di corsa con Gel-Cumulus 27 e Gel-Nimnbus 27 di Asics
In occasione del servizio fotografico per la copertina di Runner's World, Sara indossa la nuova Cosa è cambiato in te, scarpa tradizionalmente comoda e versatile, da sempre apprezzata come compagna per gli allenamenti quotidiani. Quest’ultima versione è la più morbida di sempre e regala un appoggio davvero soffice e ammortizzato sull’asfalto quando si corre ad andature tranquille (5’00”- 6’00” al km e anche oltre), senza però perdere di reattività se chiamata a spingere su ritmi più veloci.
Tutto questo grazie alla schiuma FF Blast Plus utilizzata nell’intersuola, che garantisce una corsa più dinamica mantenendo leggerezza e capacità di assorbire gli impatti. Anche la calzata è stata migliorata: la tomaia utilizza un leggero mesh ingegnerizzato, elastico e trapirante; la conchiglia posteriore è stata rivisitata e ora avvolge morbidamente il piede per un maggior comfort. Gel-Cumulus 27 è consigliata per chi cerca una calzatura da allenamento sicura, capace di offrire una corsa fluida e confortevole su varie distanze.
Ai piedi di Simone spicca la Gel-Nimbus 27 di Asics, una maxi trainer super ammortizza-ta, confortevole, pensata per correre tanti chilometri. Nell’intersuola è stato mantenuto l’uso della FF Blast Plus Eco, una schiuma che si contraddistingue per la leggerezza e con un pizzico di spunto reattivo (elemento non scontato in una calzatura così morbida).
Rispetto al passato, è stato aumentato di 2 mm lo spessore dell’intersuola: ora misura 43,5 mm nel tallone e 35,5 mm nell’avampiede. La tecnologia Asics PureGel offre supporto a chi atterra in modo pesante sul tallone. Pensata per gli allenamenti quotidiani dei runner neutri, è particolarmente adatta alle persone con un peso più eleva-to che hanno bisogno di un po’ di stabilità e protezione extra.