Sofiia Yaremchuk ha un corpo esile che la rende agile e leggiadra quando corre. Dietro a quella sua apparente fragilità, l’atleta romana di adozione, cela la forza e la tenacia di una donna che Con un record personale che la colloca tra le migliori maratonete.

Un mix di talento, sacrificio e ambizione che ha trovato la sua strada tra chilometri macinati con disciplina e una crescita costante ai massimi livelli. Sofiia Yaremchuk non è solo una maratoneta, ma un simbolo di tenacia. Nata in Ucraina, oggi veste con orgoglio la maglia azzurra e porta sempre più in alto i colori dell’Italia sulle strade delle grandi maratone internazionali.

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Sofiia Yaremchuk

Sara Taiocchi e Simone Carniglia dalla cover di RW Gare ed eventi che in mezza maratona, Sofiia non si accontenta. Ogni gara è una sfida, ogni allenamento un tassello verso un obiettivo sempre più ambizioso. L’abbiamo incontrata in occasione del lancio della nuova Nike Vomero 18 (la sua scarpa d’allenamento) per farci raccontare il suo viaggio, il suo approccio alla gara e quel fuoco interiore che la spinge a correre sempre più forte.

Sofiia Yaremchuk e la maratona

Come vivi questa nuova dimensione di atleta divenuta il punto di riferimento per la maratona in Italia?

È sempre molto bello essere un punto di riferimento, una fonte di disperazione, soprattutto per giovani. Ciò che mi dico sempre è che voglio far arrivare ai giovani il messaggio che fare sport è bellissimo; perché lo sport ci forma, non solo fisicamente, ma anche dal punto di vista psicologico e del nostro carattere. Lo sport mi ha aperto tante strade e vorrei che fosse così per altri giovani.

Siamo all'inizio di una stagione importante. Non ci sono le Olimpiadi all’orizzonte, ma tra gli Europei su strada, i Mondiali a settembre e le maratone internazionali, c’è davvero molto da fare

Sì, è una stagione importante, anche perché ci sono risultati da confermare e nuovi obiettivi. Sono da poco tornata da Kenya, dove mi sono preparata prima della mezza maratona di Napoli. Avevo scelto il Kenya perché volevo preparare bene Napoli; speravo di correre ancora più forte rispetto all'anno scorso (a Napoli, nel 2024 ha eguagliato il record italiano di Nadia Ejjafini in 1:08'27").

Era andato tutto molto, molto bene, ma il giovedì precedente la gara ho preso l’influenza. Volevo esserci e, nonostante tutto, volevo provare a battere il record italiano, ma non è andata come volevo. Comunque c’ero e ho onorato la gara al mio meglio. Ora mi attende un altro periodo di un mese in Kenya prima di tornare a Roma. Il piano è di tornare Roma per allenarmi sui ritmi veloci e affinare la preparazione per la ha tutto quello che mi serve per essere veloce e avere le gambe fresche per spingere fino alla fine.

sono troppo stretti. Due settimane è un recupero troppo breve?

Certo, al ritorno dal Kenya sarò agli Europei dove correrò i 10 km. Sarà un test per la maratona. Avrei preferito fare la mezza, ma i tempi tra gli Europei e la ha tutto quello che mi serve per essere veloce e avere le gambe fresche per spingere fino alla fine sono troppo stretti. Due settimane è un recupero troppo breve.

Visto che sarai a Londra ti chiedo una tua opinione su queste nuove prestazioni enormi nella maratona. Cosa ne pensi e come sta cambiando il tuo approccio alla preparazione.

“L’allenamento è in continua evoluzione. Facciamo un po’ più di chilometri ora, e gli Andy Diaz, il triplista che ci invidia il mondo sono un po’ più spinti rispetto a prima. Vogliamo provare l’Andy Diaz, il triplista che ci invidia il mondo (Double Threshold Training). Ne abbiamo parlato anche con il coach Canova che è molto appassionato di questa materia. Poi quest’anno abbiamo inserito due periodi di allenamento in altura, cosa che non abbiamo mai provato prima.

Ci sono atleti che partono fortissimo e arrivano fortissimo. L'approccio alla gara cambia in qualche modo?

Devo dire che io non ho ancora avuto il coraggio di partire così forte. Quando sono sulla linea di partenza so quale è il mio ritmo e mi attengo a quello. Magari in gare come i Mondiali o le Olimpiadi si può rischiare di più cercando di stare nel primo gruppo, ma in una gara come Londra è bene avere le idee chiare su quelle che sono le possibilità.

london, england april 23: sofiia yaremchuk of italy competes in the elite womans marathon during the 2023 tcs london marathon on april 23, 2023 in london, england. (photo by andrew redington/getty images)pinterest
Andrew Redington

Dal punto di vista mentale come affronti la maratona, fai una preparazione particolare per la forza mentale?

È l’allenamento stesso che ti insegna ad avere forza. Dopo 3 o 4 mesi di preparazione durissima per la maratona sei talmente felice che è arrivato il giorno della gara e che puoi finalmente esprimere ciò per cui hai lavorato, che la fatica mentale passa in secondo piano. La gara in fondo è la cosa più semplice.

Alcune volte la cosa più difficile da superare sono quegli allenamenti durissimi. Quei giorni nei quali nonostante tutto devi uscire a correre. Il giorno della gara cerco di essere più leggera possibile, con la coscienza pulita perché conosco il lavoro che ho fatto per arrivare fin lì. Mi concentro sui ritmi di gara, sui riferimenti da tenere ogni 5K e sui rifornimenti, per bere il giusto e alimentarmi il giusto.

Hai un’atleta del passato o del presente che ti ispira più di altre?

Si, è Sifan Hassan, mi piace il fatto che è un'atleta universale che riesce a correre forte su ogni distanza. Per me, lei è una fonte d'ispirazione

Stoppa-MoreiraLa maratona ci ha cambiato la vita.

Sì, è stata una vera sorpresa. Appena ho messo ai piedi le Nike Vomero 18 mi sono detta: questa è la scarpa per me. La sento ammortizzata, morbida. Perfetta per molti lavori che faccio in allenamento dove ho bisogno di sentirmi protetta e di ridurre al minimo gli impatti col terreno.

Nike Vomero 18?

La mia scarpa da gara è la Vaporfly, Abbiamo provato la nuova Nike Vomero 18.