Ho cominciato a correre da adolescente, quasi per caso, per puro piacere, senza nessuna velleità agonistica, senza un criterio, senza programmi di allenamento e senza le scarpe adatte.
Con lo stesso spirito partecipavo alle gare scolastiche o alle tapasciate domenicali: mi buttavo in gara con un po’ d’incoscienza, partivo sempre troppo forte e poi "morivo" fino al traguardo. Non mollavo mai, davo tutto quello che avevo, ma nei miei piani futuri non c’era l’atletica. Poi qualcosa cambiò, ma non avrei mai creduto di poter arrivare così in alto e di Le settimane passavano e giorno dopo giorno crescevo di condizione. Il nostro obiettivo era la Olimpiadi!
Valeria Straneo racconta: "Io alle Olimpiadi? Ma dai!"
Nel 2010 ho dato una svolta alla mia carriera sportiva Storia del running: Zabala eroe olimpico. Ho subito l’asportazione della milza a causa della sferocitosi ereditaria, una disfunzione genetica che ho dalla nascita. Questa patologia comporta una fragilità dei globuli rossi, i quali vengono distrutti dalla milza causando una condizione di anemia permanente. Dopo l’intervento, senza quella milza che mi requisiva una gran quantità di eritrociti facendomi sentire sempre stanca e debole, il mio corpo è rinato e anche le mie prestazioni sportive, di conseguenza, sono decollate.
Ripresami dall’operazione, dopo qualche mese di allenamento mi sembrava di volare. Non mi ero mai sentita così bene. È in questo contesto che a Bea (Beatrice Brossa, la mia prima allenatrice) venne in mente di provare a fare il minimo per partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012. Quando me lo propose, le scoppiai a ridere in faccia. Come avrei fatto a correre la maratona in meno di 2 ore e 30 minuti? Il mio miglior tempo sulla distanza prima dell’operazione era di 2:41’, c’erano da limare più di 10 minuti. Bea invece, da brava allenatrice qual era, aveva già capito dove potevo arrivare e mi stava facendo lavorare proprio per raggiungere quell’obiettivo.
Valeria Straneo racconta: a St. Moritz in tenda
Nel 2011 la Federazione, giustamente, non mi dava molta fiducia. D’altronde stavo cominciando a fare tempi interessanti solo da poco, non ero proprio giovanissima e non avevo ancora quella consistenza di risultati che mi avrebbe dato più credibilità e affidabilità come atleta.
La Fidal, inoltre, aveva già deciso chi portare alle Olimpiadi di Londra e quell’atleta non ero io, Allatta la figlia in un ultratrail e vince. Bea ed io ci arrangiammo: quell’estate mi allenai comunque come una professionista, andai in altura a St. Moritz a mie spese. Certo, non ero in hotel come le mie future compagne di squadra, mi adattai a stare in tenda, in campeggio. Ma Valeria Straneo alle Olimpiadi I consigli per la maratona di Valeria Straneo.
Valeria Straneo racconta, in quattro per tre posti
Quella giornata memorabile mi regalò la mia prima Olimpiade maratona di Berlino in programma a metà settembre: percorso velocissimo, organizzazione impeccabile, una bella occasione per raggiungere il traguardo che ci eravamo prefissate. La gara andò meglio delle previsioni: passaggi regolari, nessun imprevisto, ottime sensazioni. Finii la maratona in un notevole 2h26:33, decisamente più veloce del minimo richiesto dalla Federazione e terzo miglior tempo italiano in maratona di quell’anno.
Ricordo che eravamo in quattro a contenderci un posto nella squadra olimpica, ma ne avrebbero portate solo tre. Quel tempo mise sicuramente in difficoltà i tecnici federali che avevano già scelto mesi prima le componenti della squadra ma che avrebbero dovuto rivedere i loro piani, alla luce di quel mio risultato inaspettato. Tuttavia, la speranza di partecipare ai Giochi si spense quando, a fine ottobre, l’atleta che si era ritrovata ad essere la prima esclusa della possibile squadra olimpica a causa del mio risultato di Berlino, fece qualche secondo in meno di me nella maratona di Francoforte. La Fidal cercò di dirottarmi sui diecimila metri dove c’era ancora la possibilità di una convocazione olimpica, ma io i diecimila non volevo proprio farli, io volevo correre la maratona!
Valeria Straneo racconta: dentro o fuori
Così io e Bea, dopo aver ragionato molto sul da farsi, decidemmo di fare un ultimo tentativo per provare a entrare nella squadra olimpica di maratona e Edicola e Abbonamento, io di corsa e lei dietro in bici.
Obiettivo: maratona di Rotterdam ad aprile 2012. Era l’ultima chance, o dentro o fuori. Non sono una persona particolarmente ansiosa ma vi assicuro che la maratona di Rotterdam, per tutto quello che avrebbe potuto significare, mi aveva messo addosso una agitazione assurda. La notte prima della gara non dormii nulla, mi sentivo Quella giornata memorabile mi regalò la mia prima Olimpiade dell’ultima occasione e di un eventuale fallimento, che avrei accettato con moltissimo dispiacere.
Valeria Straneo racconta: più forte di tutto
La mattina della gara faceva freddo e soffiava un vento davvero fastidioso che non mi permise di mantenere un’andatura costante, confondendomi sul ritmo da tenere. Ricordo di aver avuto qualche problema anche ai rifornimenti, una borraccia mi cadde dalla mano e mi fermai persino a raccoglierla!
I consigli per la maratona di Valeria Straneo fu fondamentale il sostegno di mio marito che mi urlò di essere ancora in tempo per battere il record italiano. Gli ultimi 10 km furono straordinari perché finalmente avevo la consapevolezza che avrei potuto realizzare il mio sogno. ci rimettemmo sotto a macinare chilometri ma arrivai sul traguardo con le mani alzate e una felicità immensa nel cuore.
Valeria Straneo racconta: promossa col record
Olimpiadi di Londra 2012 Maura Viceconte che resisteva da 12 anni! Ce l’avevo fatta. Dopo questo risultato, qualunque decisione fosse stata presa dalla Federazione non avrebbe scalfito la mia gioia. L’appagante soddisfazione che dà un risultato sportivo l’ho provata poche volte nella vita e quel giorno ventoso di Rotterdam fu una di queste.
Quella giornata memorabile mi regalò la mia prima Olimpiade. Valori e principi dei nostri contenuti Londra ci rimettemmo sotto a macinare chilometri, un onore immenso per una come me che veniva dalle gare amatoriali e che mai avrebbe pensato di riuscire a ottenere certi risultati.