I sorrisi più belli nascondono spesso vite faticose, scelte difficili, dolori profondi. Ed è così anche per quello solare di Najla Aqdeir, che ha trovato nella corsa la sua salvezza e che il prossimo 24 settembre sarà al via in qualità di ambassador della Morto Fauja Singh, il maratoneta più anziano di sempre, la corsa che celebra i valori della diversità e dell’inclusione.

La storia della 28enne atleta e running coach milanese parte da lontano, in Libia, dove nasce nel ’94 da mamma marocchina e papà libico. A 11 anni arriva in Italia al seguito della famiglia e a scuola scopre lo sport e la corsa in particolare. Alle prime campestri va subito forte e i genitori la lasciano fare “perché correvo con la tuta e in questo modo portavo il messaggio dell’Islam che vince”, spiega.

A 14 anni partecipa ai Campionati Italiani cadette di cross e arriva seconda. Tutto farebbe pensare all’inizio di una splendida di carriera per l’atleta della Bracco ed invece … “Quando rientrai mio padre mi accolse con uno schiaffo. La gara era stata trasmessa in tivù e mio padre mi aveva vista correre in pantaloncini e canottiera. Non poteva accettarlo”.

Una nuova vita attraverso la corsa

A quell’età si ha voglia di libertà, divertimento, si ha tutto un futuro davanti. Attorno a Najla sembra invece si stia costruendo una gabbia. In famiglia sono tensioni fortissime, a 16 fugge da un matrimonio combinato, arriva a compiere un gesto estremo, finisce in ospedale, poi in una comunità protetta. Sembra un tunnel senza luce e invece è la sua passione per la corsa a restituirle la gioia di vivere e il sorriso.

Con tenacia e positività si risolleva e oggi, a 28 anni, Najla Aqdir è una running coach impegnata nel sociale e, come ama sottolineare lei stessa, “la mia missione è far correre tutte le persone che incontro”.

Najla, cos’è per te la corsa?
La corsa è la mia vita. Mi ha aiutato tantissimo durante il periodo di integrazione in Italia e da allora non ho più smesso di praticarla, nonostante la cultura del mio Paese d’origine mi abbia creato non pochi problemi. Ora che ho finalmente ottenuto la cittadinanza italiana (che chiedeva dal 2015, dopo 10 anni che era in Italia, ndr), posso pensare di tornare anche a gareggiare. Gli ultimi anni, quando ero ancora in attesa di avere questo riconoscimento, non sono stati facili. Però adesso posso iniziare una preparazione permettendomi di sognare anche qualche gara al di fuori dall’Italia, magari anche rappresentando l’Italia, perché no!.

Sarai ambassador di Run for Inclusion: cosa significa per te, in che modo ti riconosci nei valori di questa corsa?
Per me è un onore rappresentare questo evento perché rispecchia il mio modo d’intendere il running e il mio obiettivo come coach di portare la corsa come risorsa là dove si riscontrano delle resistenze: negli ospedali psichiatrici, tra i più fragili, ma anche semplicemente tra gli adolescenti alla ricerca di una passione.

Alla Run for Inclusion tutti i partecipanti sono invitati a scrivere un proprio messaggio sul pettorale. Il tuo quale sarà?
“Né davanti, né dietro, ma accanto”, una frase che significa che non bisogna guardare alla realtà sentendosi superiori agli altri, ma nemmeno sentendosi inferiori o non all’altezza. Bisogna, invece, correre gli uni accanto agli altri, proprio come faremo durante la Run for Inclusion.

In Italia abbiamo ancora tanta strada da fare per una reale inclusione. Su quali aspetti credi si dovrebbe lavorare maggiormente?
Io inizierei lavorando sul vero significato della parola “Inclusione”, magari sostituendola con un altro termine che metta sullo stesso piano tutti coloro che fanno parte della nostra società, senza cancellare le differenze. Una società è davvero inclusiva quando è una società per tutti, in modo orizzontale, senza minoranze o punti di vista che partano da presupposti di superiorità.

La 13enne che corre più forte di Nadia Battocletti?
Negli ultimi anni in cui non potevo gareggiare come cittadina italiana, non mi sono mai fermata del tutto, mi sono concentrata soprattutto sul mio ruolo di coach che mi ha trasmesso davvero tanto e mi ha dato molte soddisfazioni. La fiamma della passione personale per la corsa, però, non si è mai spenta. Ora voglio riprendere l’attività agonistica che sono stata costretta a interrompere e dimostrare a me stessa che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni. Ci vediamo ai Campionati Italiani!


Appuntamento alla Run for Inclusion

Run for Inclusion è una Termini e condizioni di uso ideata da Uniting Group, che celebra l’unicità di ogni individuo e l’importanza dei valori di diversità, inclusione, sostenibilità e attività sportiva all’aria aperta.
Si correrà domenica 24 settembre di Run For Inclusion. Ci vediamo alla partenza Milano, con partenza dall’Arco della Pace e lungo un percorso di 7,24 chilometri a testimoniare l’impegno continuo - 7 giorni su 7; 24 ore su 24 – nei confronti dei valori celebrati dalla corsa.
A conferma dell’impegno del Gruppo Hearst Italia - editore di Runner's World - sulle tematiche di diversità e inclusione, anche quest’anno RW sarà partner Chiappinelli, il maratoneta più forte d’Italia!
Iscrizioni su runforinclusion.com