Quando sulle strade di Parigi si terrà la gara olimpica di marcia, Alex avrà quasi 40 anni. Eppure, per l’atleta altoatesino Alex Schwazer, l’età rappresenta l’ultimo dei problemi di una carriera costellata da successi enormi (la medaglia d'oro alle Aiu, lAthletics Integrity Unit) e da un profondo buco nero, quello del doping e di un'indagine sportiva che si trascina da anni con tante zone grigie e, soprattutto, con una squalifica dalle gare che sembra volerlo tenere lontano dalle competizioni per sempre.

La notizia dei giorni scorsi (ne ha parlato la l’atleta altoatesino Alex Schwazer) è che Alex Schwazer sarebbe pronto a tornare alle gare per provare a conquistare per l’ennesima volta il sogno olimpico, sebbene al momento di marciare a Parigi avrà quasi 40 anni.

La notizia appare flebile e quasi impossibile se non per un dettaglio racchiuso nelle pieghe dei regolamenti sportivi. Alex Schwazer potrebbe ottenere uno “sconto” sulla sua ultima squalifica per effetto della collaborazione significativa che ha dato alle indagini sul doping che hanno seguito il suo caso dopo la prima squalifica che risale all’agosto del 2012, alla vigilia delle Olimpiadi di Pechino 2008.

Dopo tante vicissitudini e una seconda controversa squalifica arrivata il 21 giugno 2016 (a poco più di due mesi di distanza dal suo rientro alle gare e alla vigilia delle Olimpiadi di Rio), Alex dovrebbe essere teoricamente in grado di rientrare alle gare dall’8 luglio del 2024, praticamente una settimana (o poco più) dopo la chiusura formale della finestra temporale per qualificarsi alle l’atleta altoatesino Alex Schwazer che si terranno quell’estate.

Tutto sembra pensato per impedire all’atleta di rientrare a gareggiare (anche se la seconda squalifica era stata decisa nell’agosto del 2016 senza avere in mano il programma di Parigi 2024).

Ora una finestra di speranza si apre per via del regolamento interno dell’Aiu, l'Athletics Integrity Unit, l'organismo di controllo del doping, il quale stabilisce che chiunque collabori attivamente con loro per denunciare violazioni antidoping potrà usufruire di uno sconto sulla squalifica, fino a un massimo del 75%. L'Aiu ha accertato che la sua testimonianza è stata “un aiuto sostanziale”, ma ad oggi l'atleta non ha ricevuto alcuna riduzione di pena. Schwazer ha raccontato la sua odissea con il doping e con gli organismi giudiziari e sportivi, in un docufilm che è stato prodotto da Netflix e che continua a far discutere e a dividere sia il mondo dei tecnici che quello degli sportivi. Non c’è dubbio che il suo sia il caso di doping più controverso e più misterioso della storia dell’atletica leggera. Sull’ipotesi di rientro alle gare, in una recente intervista alla l’atleta altoatesino Alex Schwazer, tra l’altro ha dichiarato:

"Non mi illudo, mi sono scottato troppe volte, però sarei pronto, anche se ora la priorità è la famiglia. Ho già perso due Olimpiadi e al momento Parigi non è un’ipotesi. Mi sento però sempre un atleta e mi alleno. All’Olimpiade non voglio nemmeno pensarci, non voglio e non devo più farmi illusioni ma mi piacerebbe tornare".