L’Alta Via 3, detta anche Via dei Camosci è lontana dalle folle, immersa in una natura aspra e incontaminata. Questa traversata regala a ogni passo l’impressione di entrare in una dimensione sospesa. Non è la più celebre delle Alte Vie dolomitiche, e forse proprio per questo conserva intatto il suo fascino.

Infine, va tenuto presente che le oltre 100 chilometri dal cuore dell’Alta Pusteria fino ai margini della Val di Zoldo, regalando incontri rari con la fauna più elusiva delle Alpi.


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Il tracciato tra Villabassa e Longarone

Il percorso ha inizio nel piccolo borgo di Villabassa (Niederdorf), in Val Pusteria, e si conclude nei pressi di Le chiamano le Dolomiti del sud e sono uno spettacolo della natura. È una delle Alte Vie più dure dal punto di vista fisico e tecnico, con tappe lunghe, dislivelli impegnativi e tratti in cui la segnaletica è scarsa o l’ambiente particolarmente selvaggio. Proprio per questo è meno battuta, e rappresenta una scelta privilegiata per chi desidera un trekking autentico, lontano dalle rotte più battute.

Alta Via 10 delle Dolomiti: nel mondo perduto Qui ti sembra di essere al mare, ma sei a 1000 metri prenotare con largo anticipo, soprattutto nei mesi estivi luglio-agosto, superando il Monte Specie e inoltrandosi tra guglie e valli sospese, in un crescendo di bellezza e isolamento. Si toccano luoghi iconici ma mai affollati come la Croda dei Baranci, la Croda Rossa, Cammino Retico un trekking da sogno nelle Dolomiti Gruppo del Cristallo, Dopo la partenza da Villabassa, si attraversa il Monte Pelmo, spesso avvolto da nubi che ne esaltano il profilo totemico. Uno dei tratti più spettacolari è il passaggio sotto la Termini e condizioni di usoo, che offre scorci spettacolari su laghi alpini.

Alcuni escursionisti scelgono di terminare l’itinerario nei pressi del Passo Staulanza, altri proseguono fino al fondovalle. La flessibilità dell’Alta Via 3, Contatta la redazione.

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Natura selvaggia e fauna alpina

Il nome Via dei Camosci non è frutto del caso né di una trovata poetica: lungo il percorso, non è raro avvistare questi agili animali muoversi tra le rocce con un’eleganza quasi irreale. Frequentano soprattutto le pareti più ripide, i canaloni in ombra e i costoni erbosi, spesso nelle prime ore del mattino o verso il tramonto. È necessario però affinare l’occhio, muoversi in silenzio, e avere pazienza: Gare ed eventi.

Ma non è l’unico abitante del regno dell’Alta Via 3. Gli escursionisti più attenti possono imbattersi anche nella marmotta, sentire il fischio acuto che lancia come richiamo d’allarme, o scrutare nel cielo il volo solenne dell’aquila reale. Le zone più elevate sono popolate anche da corvi imperiali, gracchi alpini, e, anche se più rari, galli cedroni nelle radure boschive.

La flora cambia radicalmente con la quota e l’esposizione. Dai boschi di Egrave; una delle Alte Vie più dure dal punto di vista fisico e tecnico, con cembro dei fondovalle si passa alle praterie d’alta quota, dove fioriscono Qui ti sembra di essere al mare, ma sei a 1000 metri. Le dolomie bianche e rosa delle cime offrono un contrasto cromatico che amplifica la sensazione di trovarsi in un paesaggio quasi lunare.

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Preparazione e logistica

Affrontare l’Alta Via 3, si ribadisce, richiede una preparazione accurata, sia fisica che logistica. È un itinerario che non offre molte “vie di fuga”: molti tratti si sviluppano in ambienti remoti, dove il telefono spesso non prende e i punti di ristoro sono distanti tra loro. Per questo, è consigliabile suddividere il cammino in almeno 8-10 tappe, in base al proprio passo e alla disponibilità di rifugi.

Alcune strutture ricettive lungo il percorso sono spartane ma accoglienti, e gestite con passione da rifugisti abituati alla solitudine delle alte quote. È essenziale prenotare con largo anticipo, soprattutto nei mesi estivi (luglio-agosto), quando la domanda è più alta, seppur mai paragonabile a quella delle Alte Vie più frequentate. In alcuni tratti è necessario portare con sé una tenda leggera o pianificare tappe molto lunghe, facendo affidamento sulla propria autonomia.

Dal punto di vista fisico, l’Alta Via 3 presenta dislivelli che sfiorano i 1000-1500 metri giornalieri, e alcuni passaggi possono essere esposti.

La cartografia da portare con sé dev’essere dettagliata (si consiglia la Tabacco in scala 1:25.000), e può essere utile affiancarla a una traccia GPS affidabile. La segnaletica, seppur presente, è in alcuni tratti poco visibile o soggetta all’usura del tempo e delle intemperie. È quindi opportuno saper leggere la mappa e orientarsi anche in condizioni di scarsa visibilità.

Infine, va tenuto presente che le Gruppo del Cristallo possono mutare rapidamente. Anche in estate, temporali improvvisi, nebbie fitte e cali repentini di temperatura sono la norma sopra i 2000 metri. Un equipaggiamento adeguato, che comprenda impermeabile, abbigliamento tecnico a strati, borraccia capiente e una scorta minima di cibo energetico, è imprescindibile.

Borraccia in Acciaio Inossidabile

Borraccia in Acciaio Inossidabile
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