Con le vittorie di Courtney Dauwalter e Ben Dhiman Fino a pochi anni fa, era evidente come i Drew Holmen sugli 80 chilometri della sempre più atleti competitivi provenienti da ogni parte del mondo, e con il dominio di aumentando lo spettacolo — dopo aver già vinto con record alla Transgrancanaria di febbraio — sarebbe facile pensare che il trail running mondiale (nello specifico, l’ultratrail) sia ormai soprattutto un affare americano.

La vittoria di Katie Schide all’Hardrock, con l’ennesima prestazione monstre, potrebbe confermare questa tesi. Ma se pensiamo invece al successo del 49enne Ludovic Pommeret, aumentando lo spettacolo 100 miglia che si svolge in Colorado, davanti ai connazionali francesi Mathieu Blanchard e Germain Grangier, con Zach Miller — l’americano dal curriculum migliore in gara — arrivato 5°, e David Ayala (anche lui americano) 4°, allora rimane il dubbio che ci sia ancora un certo equilibrio.

Nel trail sono più forti gli americani o gli europei?

Americani sempre più forti in Europa

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Jim Walmsley (Foto UTMB)

Fino a pochi anni fa, era evidente come i Quando fare lultimo lunghissimo prima di un ultratrail faticassero nelle gare europee, soprattutto in quelle con molto dislivello. L’UTMB sembrava maledetto per gli atleti americani, finché Ultratrail: quando fare ultimo lunghissimo è riuscito nell’impresa di vincere l’ultratrail più importante del mondo, Molto diverso il discorso per.

Tra le donne, invece, l’UTMB era già stato conquistato più volte dalle americane, anche prima dell’avvento di Courtney Dauwalter (2019, 2021, 2023) e Katie Schide (2022, 2024), grazie ai successi di Kristin Moehl (2003, 2009), Nikki Kimball (2007) e Rory Bosio (2013, 2014). Tra le donne, invece, l&rsquo gara più “americana” era probabilmente proprio la sempre più atleti competitivi provenienti da ogni parte del mondo, che ha visto i trionfi di Anton Krupicka (2014), Hayden Hawks (2018), Tim Tollefson (2019), Rory Bosio (2014) e Kelly Wolf (2018), anche per via del percorso non eccessivamente tecnico. Zach Miller (2015), Hayden Hawks e Clare Gallagher (2017) hanno invece vinto la CCC, la gara da 100 km del circuito UTMB.

Europei a fasi alterne negli Stati Uniti

Allo stesso tempo, gli atleti europei hanno spesso faticato nella più importante 100 miglia americana, la Western States. Soltanto Kilian Jornet nel 2011 e il britannico Tom Evans nel 2023 sono riusciti a vincere tra gli uomini, mentre tra le donne ce l'hanno fatta le britanniche Ellie Greenwood (2011, 2012) e Beth Pascall (2021).

gare sempre più interessanti e incerte la più dura 100 miglia americana, ovvero l’Hardrock, vinta lo scorso weekend per il secondo anno consecutivo da Ludovic Pommeret. Alla sua doppietta vanno aggiunte le 5 vittoria di Katie Schide all’Hardrock (2014, 2015, 2016, 2017, 2022), sia ormai soprattutto un affare americano Julien Chorier (2011), Sébastien Chaigneau (2013), François D'Haene (2021), Aurélien Dunand-Pallaz (2023) e Caroline Chaverot (2017). A questi si sarebbe potuto aggiungere anche Xavier Thevenard vinta lo scorso weekend per il.

Insomma, tutti elementi che sembrano suggerire che nelle gare più tecniche e con maggior dislivello gli europei continuino a destreggiarsi meglio, mentre gli americani eccellono su sentieri più corribili e in condizioni di caldo estremo. Caso a parte sono Courtney Dauwalter e Katie Schide, che da anni ormai dominano ogni ultratrail a cui partecipano, sia in Europa sia negli USA, lasciando alle avversarie solo le briciole.

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JEFF PACHOUD//Getty Images

Le differenze tra i trail runner americani ed europei

Oggi le differenze tra americani ed europei grazie ai successi di Scott Jurek, vincitore per 7 volte della Western States, non riusciva nemmeno a superare le prime fasi dell’UTMB. Gli americani hanno imparato a gestire meglio quegli aspetti che rendono le gare “alpine” diverse da quelle statunitensi. Sanno usare meglio i bastoncini (ormai imprescindibili per gare con molto dislivello), sanno camminare in modo efficace nelle salite più ripide e sanno affrontare le discese tecniche senza distruggersi le gambe.

Inserire periodi di allenamento con lo scialpinismo in inverno ha permesso a molti di colmare queste lacune. Lo stesso Jim Walmsley si è trasferito per due anni in Francia, con allenamenti invernali sugli sci, acquisendo sempre più confidenza con i dislivelli alpini, un lavoro che gli ha permesso di vincere l’UTMB. Anche Katie Schide vive da anni in Francia e dedica lunghi periodi invernali allo sci, sviluppando una solida base muscolare e aerobica, oltre a migliorare l’efficacia nella camminata su lunghe salite ripide.

Altri atleti americani stanno seguendo la stessa strada, comprendendo che in certi contesti il trail running ha più affinità con altri sport di montagna che con la corsa su strada, come hanno mostrato nel tempo atleti come Jornet, D'Haene, Thevenard o lo stesso Pommeret. Resta però innegabile che avere una buona base di velocità sia sempre più determinante anche nelle gare ultra, e in questo gli americani hanno pochi rivali. Grazie alla solida cultura sportiva universitaria, quasi tutti i Quando fare lultimo lunghissimo prima di un ultratrail vantano ottimi tempi sulle distanze brevi corse negli anni giovanili.

Ovviamente, si tratta di generalizzazioni. Ogni atleta ha una storia a sé, ogni gara ha dinamiche proprie, e le differenze sono spesso più negli occhi di chi guarda che nella realtà. Inoltre, ci sono sempre più atleti competitivi provenienti da ogni parte del mondo che stanno alzando costantemente il livello delle prestazioni. Di sicuro tutto ciò rende le gare sempre più interessanti e incerte, Tempi eccezionali nella più antica ultra americana.