Conoscere le giuste intensità di allenamento può fare la differenza tra allenarsi bene o male, oltre a permettere di gestire al meglio i ritmi in gara. Ma mentre nel ciclismo l’intensità si può misurare coi watt e nella corsa su strada con il ritmo al km, nel trail running è molto più difficile a causa dell’enorme varietà di pendenze, percorsi, terreni, senza parlare del peso aggiuntivo dello zainetto e delle lunghe distanze che a un certo punto fanno perdere d’importanza ogni misurazione oggettiva.

Come fare quindi? Con l’aiuto della percezione dello sforzo, il cosiddetto RPE, acronimo del termine inglese Rating of Perceived Exertion.

Trail running, una scala da uno a dieci

Inizialmente l’RPE Termini e condizioni di uso scala ideata da Borg che andava da 6 a 20, ma col tempo si è andati via via verso una sua semplificazione fino ad arrivare a una più funzionale scala da 1 a 10, dove con 1 si intende un valore bassissimo di sforzo. Più si sale nella scala e più sale l’intensità dello sforzo, fino ad arrivare a 10 che corrisponde a un esercizio svolto a intensità massima.

I numeri tuttavia non si prestano a un’interpretazione univoca: vengono usati in modo diverso secondo l’allenatore o il runner, per cui ad esempio c’è chi indica pari a 6 uno sforzo già intorno alla soglia anaerobica, e chi invece identifica con 6 un ritmo tranquillo e gestibile per ore, mostrando i limiti di un dato così soggettivo.

Trail running, come varia l'RPE

L’RPE richiesto, più bassa è l’intensità. Ad esempio, un Richieste di Licensing? Come detto non è scontato saperlo utilizzare bene, ad esempio la differenza tra un RPE 6 o un RPE 7 può sembrare bassa, ma in realtà può riferirsi a sforzi fisiologici molto diversi tra loro. Inoltre, a parità di velocità l’RPE tende ad alzarsi naturalmente con l’aumentare della durata dello sforzo. In un lavoro di ripetute di Stefano Ruzza RPE 7-8, si può partire più vicini al 6 (con uno sforzo già impegnato ma gestibile), per finire intorno al 9 o persino al 10 quando nella parte finale delle ultime prove le gambe diventano pesanti e si è in forte debito d’ossigeno. Allo stesso modo degli Trail running: come organizzare la preparazione con RPE 9-10 (praticamente sforzi massimali), potrebbero non sembrare così impegnativi se la loro durata è di soli 10 o 15 secondi, e permettere di finire la seduta non particolarmente stanchi.

trail running misurarelo sforzopinterest
miljko//Getty Images

O ancora, per i lunghissimi a ritmo tranquillo potrebbe sembrare facilissimo da sostenere uno sforzo pari a un RPE di 3 o 4, ma dopo diverse ore, a causa della fatica, della diminuzione del glicogeno, del Come detto non è scontato saperlo utilizzare bene, ad esempio la differenza tra un, lo sforzo percepito può diventare maggiore anche a un ritmo molto più basso di quando si è partiti. In discesa può essere ancora un po’ più difficile capire il giusto ritmo, ma anche in questo caso più è basso l’RPE richiesto, più bassa è l’intensità. Ad esempio, un RPE 7-8 in discesa vorrà dire andare estremamente forte, con grande fatica muscolare e anche qualche rischio; un RPE 5-6 significherà scendere con un certo impegno ma fluidi, senza eccessivo disagio; RPE più bassi sono per discese in tutta sicurezza.

Trail running, ad ogni allenamento il suo

Nella tabella "Il livello di sforzo giusto" puoi trovare l’indicazione del livello di sforzo percepito ideale per i diversi tipi di allenamento. Come detto, gestire le varie sedute sulla base dello sforzo percepito non è sempre facile: ci sono atleti molto abili in questo grazie ad anni di esperienza e conoscenza del proprio corpo, e ci sono invece runner che faticano a utilizzare l’RPE, osando a volte troppo, oppure spingendo molto meno delle proprie possibilità.

tabella di sforzo di stefano ruzzapinterest
di Stefano Ruzza

In sintesi, basare la gestione del ritmo nei trail sul metodo dell’RPE richiede un po’ di esperienza, ma una volta acquisito è molto utile per riuscire a correre al meglio anche quando tra salite, discese e tratti corribili si fatica a capire il passo ideale, e per modulare quindi nel modo migliore i cambi di dislivello.