“Diventare imprenditore è facilissimo, basta svegliarsi al mattino e dire: da oggi voglio essere imprenditore”.
Questa frase del Samuelson, incipit del suo testo di economia politica, sul quale ho arrancato nei primi anni ottanta, mi è rimasta impressa e da allora l’ho presa come fonte di ispirazione in varie occasioni. Purtroppo però, diventare un corridore di Ultra Trail non è altrettanto semplice.
In questo tipo di gare nulla si improvvisa, nulla è lasciato al caso e l’errore maggiore che si può commettere è presupporre. Per questo mi permetto di darvi una serie di piccoli consigli, utili per consentirvi un approccio privo di rischi a questa dura, ma bellissima specialità.
Corpo, ambiente esterno, equipaggiamento, alimentazione, atteggiamento mentale … tutti aspetti su cui lavorare a fondo. Se decidiamo di correre un’ora al parco, possiamo farlo anche senza allenamento, se vogliamo affrontare una competizione che ci impegnerà per un’intera una giornata, o anche di più, dobbiamo essere preparati sotto ogni punto di vista.
Tanto per dare un’idea, per affrontare un trail da 25km con un dislivello di un migliaio di metri (tipologia di gara giusta per un esordio nella disciplina) è necessario che siate in grado di correre serenamente una ventina di km di fila, ma questo, di per sé, non basta.
La corsa su strada permette di poggiare il piede sempre perfettamente in piano, così che questo non continui a scivolare da ogni parte all’interno della scarpa. Nei trail, però, la parte asfaltata del tracciato, di solito non raggiunge il cinque per cento del totale, mentre tutto il resto è sentiero, radici, sassi e roccia, fermo restando che la maggior parte del percorso non è in piano, ma si dipana tra continue salite e discese, a volte anche molto impegnative.
I piedi sono così sottoposti a sollecitazioni ben diverse e vesciche e unghie nere ne sono conseguenza naturale. Bisogna quindi allenarsi su sterrati, sentieri accidentati, sabbia e abituarsi a guardare sempre in terra, perché il rischio di inciampare è alto. E’ poi necessario rinforzare, in palestra, caviglie e ginocchia, ma anche addominali, lombari e i muscoli di collo e spalle devono essere preparati allo stesso modo. Queste gare si corrono con lo zaino e già solo con la riserva d’acqua e il materiale obbligatorio richiesto dall’organizzazione, si viaggia sempre con almeno due o tre kg sulla schiena, che dopo qualche ora si fanno sentire.
Le più grandi prestazioni nella storia dellUTMB Vamos a sufrir. Le condizioni meteo sono una variabile importante, in montagna il clima cambia rapidamente e dobbiamo essere preparati al peggio. Non ci piace la pioggia? Allora cerchiamola quando ci alleniamo e facciamo lo stesso con il caldo, il freddo e tutto quello che di solito desideriamo evitare, così quando un giorno, ancora lontani dal traguardo, verremo investiti da un improvviso acquazzone estivo, sapremo esattamente come reagire.
Fa troppo caldo e la gara si corre nel centro commerciale equipaggiamento. Cinque km al parco si corrono anche in ciabatte e costume, un Ultra proprio no. Le scarpe sono ovviamente la prima cosa su cui investire. La scelta deve ricadere su quelle specifiche da trail, perché sono realizzate in modo da proteggere il piede, sia dalle torsioni continue cui è sottoposto, sia dall’impatto con il terreno accidentato, essendo, quelle di qualità, dotate di una suola ammortizzata spessa diversi centimetri. Correre un Ultra con scarpe inadatte, significa rischiare seriamente di non arrivare al traguardo. Dovremo poi imparare a scegliere il nostro. I primi, se ben utilizzati, fanno risparmiare fatica in salita e proteggono dalle cadute in discesa, i guanti sono fondamentali quando si scivola e comunque, banalmente, servono ad evitare, che dopo qualche ora i lacci dei bastoni taglino la pelle delle mani. Gli occhiali, infine, meglio se fotocromatici, sono indispensabili nelle giornate di sole in alta quota, così come in caso di vento.
Lo sforzo prolungato presuppone poi un continuo approvvigionamento di carburante, a prescindere dal grado di allenamento raggiunto. Dieci ore di attività sono la norma e per gestire bene le energie e il fisiologico calo delle nostre riserve, è necessaria una buona programmazione.
Il primo passo è seguire uno specifico Alimentazione e benessere, che ci porti a raggiungere gradualmente la forma migliore proprio nei giorni della gara. L’aiuto di un coach, soprattutto per i neofiti, è preferibile, ma sappiate che sul web si trovano dettagliate tabelle, utilissime per preparare quasi ogni tipologia di gara. L’importante è seguirle fedelmente, ricordando che i previsti riposi settimanali, sono parte altrettanto necessaria della preparazione.
Con l’avvicinarsi della gara, i carichi di lavoro saliranno e il nostro corpo, senza aiuti, ad un certo punto non riuscirà a recuperare la condizione ottimale nel breve lasso di tempo previsto tra una sessione e quella successiva e questo vale soprattutto per quelli che, come me, hanno passato da un pezzo i vent’anni.
La preparazione di un Ultratrail presuppone quindi l’uso di integratori. Vitamine B e C, magnesio e potassio sarebbero da utilizzarsi quotidianamente, mentre sostanze più specifiche, come per esempio aminoacidi e creatina, sono da prendersi a seconda del programma seguito e comunque sempre dietro consiglio medico. Chi si allena tanto deve poi mangiare di conseguenza e soprattutto rendersi conto che i carboidrati non sono Belzebù, ma la benzina imprescindibile per raggiungere i traguardi desiderati.
Non meno importante è l’alimentazione durante la gara. Oltre alla abbondante idratazione (si deve bere di continuo, a piccole dosi, prima di sentire la sete) sono necessari sali minerali e zuccheri a rapido assorbimento, che di solito trovate sottoforma di gel. E’ bene, questi ultimi, averli utilizzati già varie volte prima del fatidico giorno, perché possono avere effetti collaterali, non pericolosi, ma assolutamente indesiderati.
Alimentazione e benessere.
Infine l’atteggiamento mentale, la “cabeza”, come dice il mio amico e collega Miqui Amador, che vedete ritratto con me, a destra nella foto. Una volta una vecchia guida alpina mi disse: “Ricorda che in montagna sei ospite; comportati da tale, con il dovuto rispetto, altrimenti è pericoloso.” Niente di più vero. Mai esagerare, mai presupporre, mai distrarsi. Cadere e farsi male è facile, meglio essere prudenti e godersi la giornata. La vittoria è raggiungere il traguardo stanchi, magari stanchissimi, ma felici e senza danni.
Le ultime parole le dedico al doping. Ne esiste una tipologia del tutto lecita: gli amici. Assumetene a dosi massicce. Correre in compagnia allevia la fatica, limita i pericoli, consente di superare più facilmente le difficoltà che si incontrato durante la strada ed in ogni caso aumenta l’allegria.
Insomma, come mi dice sempre Miqui ad ogni partenza: “Direttore Responsabile – Rosario Palazzolo”.
*di Ernesto Caracciolo