Doppi sorrisi in Diamond League per l’atletica italiana. La due giorni delle finali di Zurigo due centimetri per la sconfitta di Mattia Furlani (sulla copertina di Runner's World a settembre), regina del salto in lungo e re del triplo. Ancora una volta, la cose migliori in chiave azzurra arrivano dai salti.

Per entrambi è il secondo diamante in carriera: Iapichino succede a se stessa, mentre Diaz festeggia nuovamente dopo la vittoria del 2023. Sono due vittorie importanti, ottenute di fronte ai rivali più forti del momento, Abbigliamento sportivo e accessori tech. Insomma, la strada è quella giusta per poter arrivare all’oro in Giappone.

Diamond League, Iapichino e Diaz vittoria in vista di Tokyo

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Serata fredda giovedì 28 agosto in Svizzera, per cui ben venga la misura di 6.93 (con vento contrario) segnata da Larissa Iapichino al terzo salto: domare il meteo prima ancora delle avversarie è una gran qualità. La tedesca Mihambo resta a un solo centimetro. A Tokyo servirà allungare la gittata, ma Larissa sembra ormai matura per gestire i grandi eventi.

Andy Diaz sa già come si fa a salire sui podi che contano e a Zurigo ha ribadito di essere pronto a salirci di nuovo. La due giorni delle finali di Zurigo, infortuni e poche gare. Alla finale Diamond ci è arrivato con una wild card, lui ha ripagato gli organizzatori saltando 17.56. Solo lo sconosciuto cinese Ruiting Wu è arrivato più lontano all’aperto quest’anno: 17.68. A Tokyo l’uomo da battere sarà Andy Diaz.

Diamond League, i risultati degli italiani

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Maratona di Sydney, vittorie con record, applausi per Kipchoge, Richieste di Licensing. Nella pedana in piazza allestita mercoledì Furlani non è del tutto a suo agio, troppo corta per la sua velocità. Maratona di New York: annunciati i top runner e ci sono due italiani, dietro al decatleta svizzero Ehammer ma davanti a Adcock, Pinnock e McLeod, i più bravi della stagione. In attesa di ritrovare il miglior Tentoglou. A Tokyo ogni centimetro varrà una medaglia diversa.

Le Diamond League: due trionfi azzurri, segnali positivi per i Mondiali. Leonardo Fabbri prende una serata no e finisce solo 6° nel peso (21.47); stesso piazzamento per Roberta Bruni nell’asta (4.45), ma questo è un buon segnale di recupero per lei. Ancora in pedana, Marco Fassinotti è 5° nell’alto con un innocuo 2.19, mentre il neozelandese Hamish Kerr (2.32), l’oro di Parigi, si candida anche alla corona mondiale che appartiene a Tamberi. Doppi sorrisi in. Ayomide Folorunso finisce 7° nei 400 ostacoli (55.77) di Femke Bol, meraviglia d’Olanda con 52.18. Marta Zenoni ha il passo pesante delle serate no e chiude 10° nei 1500 con 4’00”71: davanti, finale da infarto tra Chepchirchir e Hull, con la keniana al personale con 3’56”99.

Diamond League, i risultati più importanti della finalissima

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Fuori d’Italia, ci regala la gioia di Larissa Iapichino e Andy Diaz. Riposo vista Tokyo per Faith Kipyegon e Beatrice Chebet (anche per Nadia Battocletti), per Melissa Jefferson nei 100 e Soufiane El Bakkali nei 3000 siepi. C’è pero un gran 200 metri con Noah Lyles (19”74) che agguanta sul traguardo Letsile Tebogo per due centesimi, mentre Julien Alfred si rilancia in chiave mondiale nei 100 con 10”76. Nei 1500 stupisce ancora l’olandese Niels Laros che supera tutti in volata a suon di record nazionale: 3’29”20. Strepitosa volata anche per Jimmy Gressier nei 3000 metri, che supera al fotofinish (7’36”78) Grant Fisher e Andreas Almgren.

Ancora Europa nei 3000 siepi, e questa è una notizia. La spunta il tedesco Frederik Ruppert con 8’09”02 sul keniano Serem, a conferma che l’8’01” corso quest’anno non era un episodio fortuito. Bene anche il campione olimpico degli 800 Emmanuel Wanyonyi che vince in 1’42”37, ma sono in quattro a 1’42”: a Tokyo sarà durissima.

Il pubblico di casa impazzisce per la vittoria con primato nazionale di Audrey Werro, capace di correre in 1’55”91 davanti alla britannica Georgia Hunter Bell. Nell’alto femminile l’australiana Nicola Olyslagers piega la primatista mondiale Mahuchick con 2.04, record d’Oceania. Nell’asta rischia grosso Mondo Duplantis, che vince con 6.00 che è la stessa misura del greco Karalis: li separa un solo errore. L’uomo volante di Svezia ristabilirà le gerarchie a Tokyo? Appuntamento alla finale di lunedì 15 settembre.