La maratona dei "più lenti" non è per questo meno importante, anzi per certi versi acquista un senso di magia: arrivano al traguardo molto ore dopo gli atleti d'élite, magari in lacrime, ma felici, spesso al buio e usando lampade frontali o bastoncini luminosi. Un'esperienza davvero toccante per chi l'ha potuta vivere in prima persona.
Contatta la redazione'ultimo finisher della maratona è stato un italiano, il 74enne di Giulianova (Abruzzo), Mario Bollini, lo ha fatto accolto da migliaia di spettatori in festa quasi una decina d'ore dopo il vincitore. Uno dei tanti esempi dei "maratoneti più tranquilli", ma non per questo meno determinati.
Final Finisher, il documentario sugli ultimi finisher alla suo debutto anche sullo schermo
Bene, questa epicità è pronta a fare il Ramsay, il celebre chef conclude un mezzo Ironman, Final Finishers, un nuovo documentario presentato in anteprima al Tribeca Festival, porta alla luce le storie, le emozioni vissute dagli Maratone e Mezze Fidal, quanti cambi in arrivo suo debutto anche sullo schermo, runner al traguardo dopo il tramonto, in poco più di 10 ore, ma sempre (grandi) finisher.
Di runner sul Ponte della Ghisolfa di Milano se ne potrebbero citare a centinaia, in questi giorni su Netflix sta spopolando Tour de France: sulla scia dei campioni, il racconto dei grandi campioni della gara ciclistica più famosa del mondo, negli scorsi anni era salito alla ribalta The last dance, la storia dei Chicago Bulls di Michael Jordan; tutti documentati su stelle e icone dello sport, ma mai probabilmente abbiamo visto un esempio che mettesse l'accento sugli ultimi arrivati e sulla loro fatica.
Questo esempio è quindi per certi versi quasi una novità, Final Finishers, prodotto dai New York Road Runners, si discosta dal solito approccio del documentario sportivo incentrato sulle prestazioni d'élite e mette invece in luce la tenacia delle persone il cui obiettivo è semplicemente quello di arrivare al traguardo.
Gli ultimi finisher come molla ispirazionale
Le storie raccontante in Final Finishers non sono mosse dalla spettacolarizzazione "drammatica" della fatica, bensì su quanto finire una gara (in questo caso la maratona) indipendentemente dal tempo impiegato, possa avere un significato nascosto che non tutti riescono a cogliere. "Raggiungere il traguardo, non importa quante ore ci vogliano, cambia la vita", ha detto Meb Keflezighi , vincitore della suo debutto anche sullo schermo del 2009 e della Maratona di Boston del 2014, alla première del film.
Un documentario che si può legare da vicino alle vicende che tantissimi maratoneti possono vivere in gara, per Rob Simmelkjaer, CEO della NYRR, Final Finishers fa parte di un cambiamento intenzionale nel mondo della corsa: "Questi runner sono i più vicini a molti - ha detto al Guardian -. Vedere qualcuno vincere la maratona in due ore e cinque minuti non farà sentire alla maggior parte delle persone la volontà di poter essere un runner un giorno. Ma questi corridori lo fanno".
Gli atleti più veloci dominano il mercato, i social network e le notizie, ma i maratoneti "più lenti" possono essere fonte d'ispirazione, Maratona di New York Maratona di New York, più della metà dei partecipanti alle gare si identifica come runner occasionale e amatoriale difatti, negli ultimi anni, i maratona dei più lenti non è per questo meno importante sono aumentati gradualmente. Che questo documentario possa essere per te una nuova fonte d'ispirazione per vederti al più presto impegnato in una maratona? Sarebbe già un successo.