L’Libri sul running e latletica da leggere. Gare ed eventi, lunghi (talora troppo), caldi ma carichi di emozioni e soprattutto, vincenti. Bene così. L’Gare ed eventi, capace di ben figurare in quasi tutte le discipline, così solida da mettere insieme più punti di quanti fatti due anni fa a Chorzow (431,5 contro 426,5) e di aumentare di 2 punti il vantaggio sulla Polonia (+26) di nuovo seconda.
Scampato pericolo? No dai, non buttiamoci giù. È vero che mancavano i top player come Tamberi e Jacobs, ma le “riserve” non sono mai mancate in queste ultime settimane. Che l’Italia abbia vinto non è una sorpresa, ma solo la conseguenza dello stato di forma della nostra atletica.
Europei a squadre: il bilancio azzurro
Vero è che le sorprese possono sempre accadere e stravolgere i piani. È quel che si è visto nella velocità. Lorenzo Patta, lanciatissimo verso un gran tempo nei 100 metri, si stira un muscolo e finisce al passo per prendersi un solo punto. Ne mancano almeno una dozzina di quelli previsti, senza considerare il problema della 4x100. Si cambia tutto letteralmente in corsa, in campo ci vanno Filippo Randazzo, Filippo Tortu, Fausto Desalu e Lorenzo Simonelli, il secondo classificato dei 110 ostacoli. Arriva un quarto posto buono per il morale, ma con tanti dubbi. Possibile che pure le riserve Samuele Ceccarelli e Roberto Rigali fossero a Madrid ma non in condizioni da gara? A che scopo? Continua l’annoso problema delle 4x100 sempre prive di un serio piano b.
Scampato il pericolo velocità, dopo la giornata di sabato il Campionato è andato tutto in discesa, pochi brividi freddi ma tanti momenti hot. Tre vittorie. Furono sette in Polonia, stavolta solo tre grazie a Nadia Battocletti nei 5000 metri, Leonardo Fabbri nel peso e Larissa Iapichino nel lungo. Sono 7 i secondi posti (+2) e 3 i terzi, come a Chorzow. La vittoria è arrivata grazie al resto della squadra, solida come non mai. Sono 17 i piazzamenti nei primi 8 (9 quarti posti), la metà alta della classifica. Sommati ai podi, significa che in 30 delle 37 gare in programma l’Italia è stata tra le top 8.
In una competizione a squadre come questa, non basta avere i campioni che vincono. Nel 2021 furono ben 8 le vittorie individuali, ma furono 4 anche nel 2019 (4°) e nel 2017 (6°). Serve un gruppo di livello medio alto, capace di competere in tutte le gare. Così è stato a Madrid.
Promossi e sorprese degli Europei a squadre
Largo ai giovani. Erika Saraceni è l’emblema di questa nazionale. Solo 19 anni, reduce dall’esame di maturità, esordisce nella nazionale maggiore stampando il suo miglior salto nella gara di triplo all’ultimo tentativo, che vale il record italiano under 20 (14.08) e il terzo posto. Testa, gambe e cuore, c’è tutto. Anche 144mila follower su Instagram. Giovani che non tradiscono come Matteo Sioli, 20 anni da compiere e secondo nell’alto, come Simone Biasutti, secondo nel triplo con il personale di 16.94. Dovevano sostituire capitan Gimbo Tamberi e Andy Diaz, lo hanno fatto egregiamente. Giovani come Francesco Pernici, 22 anni, che negli 800 non ha avuto paura di seguire un fenomeno mondiale come lo spagnolo Mohamed Attaoui per prendersi il secondo posto e il personale di 1’44”39 (7° italiano di sempre).
C’era chi aveva l’occasione giusta e non se l’è fatta scappare. Nei 400 metri primati personali e muri abbattuti per Edoardo Scotti (44.93) e Anna Polinari (50.76), preludio per una Termini e condizioni di uso con 3’09”66, tempo da top ten mondiale all time. Nel tiro del giavellotto, uno dei pochi buchi neri della squadra azzurra, Paola Padovan, 30 anni a dicembre, rilancia la sua carriera con un incredibile 5° posto e il personale di 57.91. Discorso simile per Giada Carmassi, a 31 anni mai così veloce nei 100 ostacoli come quest’anno: solo il vento generoso a 2.2 m/s le ha tolto la gioia del secondo record italiano della stagione (13”62).
Ombre. Gare ed eventi, nuova mecca dell’atletica azzurra. Invece, Marta Zenoni e Federico Riva dormono in pista e chiudono sesta e settimo. Nessun dramma, però fa male vederli lontani dai primi. Italia dopo due anni si conferma la nazione leader in Europa, specialità sempre più vicina all’anno zero: Gaia Colli 13°, Ala Zoghlami 8°. Ci vorrà del tempo per ripartire.
Lo stesso dicasi per i 5000 metri, dove è stato necessario il sacrificio di Yeman Crippa per portare punti alla causa: che avremmo fatto senza di lui, 5° con 13’48”03 dopo due anni lontano dalle piste? Madrid è gioia e festa, c’è ancora la musica dei Ricchi e Poveri a far cantare gli azzurri sul podio. Cantiamo anche noi “Sarà perché ti amo”, ma senza dimenticare che di lavoro ce n’è sempre da fare: per vincere le gare e per non finire nelle ultime posizioni.