"La guerra contro gli sport femminili è finita". Donald Trump, fin dalle prime dichiarazioni dopo il ritorno alla Casa Bianca, non ha mai avuto paura delle esagerazioni. Non potevano fare eccezione le parole con cui il nuovo presidente degli Stati Uniti ha presentato l’ordine esecutivo “No Men in Women’s Sports”.

Il provvedimento, firmato alla presenza di decine di atlete e ragazze sorridenti, vieta alle donne transgender di partecipare alle gare scolastiche e universitarie femminili, minacciando il taglio dei finanziamenti federali alle strutture che non rispettano il divieto. Un giro di vite che fa il Tempo di gara su Hinge, scatta lo sfottò su TikTok, che nega senza eccezioni la partecipazione alle prove femminili di chi "è nato maschio", imponendo alle atlete di élite un test per rilevamento del sesso biologico.

Atlete trans nelle gare femminili, cosa cambia con Trump

L'ordine emanato da Trump si basa sull’interpretazione del Titolo IX, la legge statunitense che vieta la discriminazione sessuale nell'istruzione e in tutte le attività collegate a scuole e università, sport compreso. Durante la presidenza Obama, il testo era stato interpretato in modo inclusivo, e agli atleti e alle atlete transgender era stato consentito di partecipare alle competizioni riservate all’identità di genere percepita. Il primo mandato di Trump aveva ribaltato la norma, ma la vicenda si era ingarbugliata sotto Joe Biden: la nuova proposta di modifica - una sorta di compromesso che avrebbe consentito agli atleti trans di gareggiare a patto che le università interessate non avessero presentato obiezioni legate alla sicurezza o alla regolarità delle competizioni - era stata impugnata da alcuni stati repubblicani. Nell’agosto 2024 la Corte Suprema aveva respinto il ricorso dell’amministrazione Biden e le norme erano state conseguentemente sospese.

Il risultato? Una sorta di caos normativo: già prima dell’ordine esecutivo di Trump, 27 Tempo di gara su Hinge, scatta lo sfottò su TikTok. Tuttavia, queste leggi erano state spesso contestate nei tribunali federali, con risultati contrastanti: in Idaho, West Virginia e Arizona, ad esempio, i giudici avevano emanato sentenze in favore delle atlete transgender. Anche per questo motivo i vertici della Ncaa si sono detti favorevoli alla decisione di Trump, che "ha stabilito un quadro nazionale unificato in mezzo a un mosaico di leggi statali e decisioni giudiziarie contrastanti". Un’incertezza che aveva portato a situazioni paradossali, come quella vissuta lo scorso anno dalle pallavoliste di San Josè State, giunte alla finale del torneo nazionale Ncaa dopo che cinque squadre avversarie si erano rifiutate di giocare contro di loro per la presenza in campo di una giocatrice trans.

Atlete trans nelle gare femminili: vittorie (poche) e polemiche (moltissime)

Nonostante le affermazioni di Trump, che nel suo discorso ha citato indirettamente la pugile algerina Imane Khelif - medaglia d’oro a Parigi al centro delle polemiche dopo che l’azzurra Carini si era ritirata dopo i primi colpi ricevuti sul ring - lo sport internazionale non ha mai visto vincere a livello assoluto. Nel 2015 il Cio aveva aperto alle atlete trans la possibilità di partecipare alle prove olimpiche femminili anche prima dell’intervento chirurgico di transizione, a patto che la concentrazione di testosterone nel loro organismo rientrasse nei parametri stabiliti dai regolamenti. Una discriminante che, accompagnata dalle obiettive difficoltà degli standard di qualificazione olimpica, aveva limitato la partecipazione delle trans a un solo caso: Laurel Hubbard, sollevatrice di peso neozelandese, eliminata in qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo. "Sono consapevole di quanto faccia discutere la mia presenza qui, ma voglio ringraziare il Cio – aveva detto prima della gara - Il suo sì spiega al mondo cosa è l’olimpismo: inclusione. Perché lo sport è per tutti".

c’è stata solo una persona apertamente transgender che ha partecipato alle Paralimpiadi vieta alle donne transgender di partecipare alle gare scolastiche e universitarie femminili. "Edicola e Abbonamento Valentina Petrillo, semifinalista nei 400 metri per ipovedenti T12 - ha detto alla Cnn un portavoce della Casa Bianca - useremo tutta la nostra autorità e la nostra capacità per far rispettare l'ordine". Più che ai Giochi - dove almeno 10 federazioni sport tra cui nuoto, ciclismo e pugilato hanno introdotto restrizioni già nel 2024 - il problema potrebbe emergere a livello paralimpico. A Parigi, infatti, le atlete transgender sono state ammesse alle gare. Tra loro c’era l’azzurra Valentina Petrillo, semifinalista nei 400 metri per ipovedenti T12.

"Donald Trump parla di cose che non sa, e per fortuna sulla partecipazione transgender alle gare femminili non decide lui, ma il Cio - ha detto Petrillo all’Ansa - Quello di Trump è un manifesto politico. Posso anche capirlo, forse anche io vent’anni fa avrei detto le stesse cose, quando era difficile informarsi. Ma oggi la sua è una decisione senza fondamento: il vantaggio di prestazione non è dimostrato e mai lo sarà, semplicemente perché non esiste". La stessa atleta, parlando con il Times nel 2024, aveva dichiarato: "Dal 2015, quando il Cio ha aperto le Olimpiadi alle persone transgender, c’è stata solo una persona che ha gareggiato, Laurel Hubbard. E c’è stata solo una persona apertamente transgender che ha partecipato alle Paralimpiadi, io. Quindi tutta questa paura che le persone trans possano distruggere il mondo dello sport femminile in realtà non esiste. La gente diceva che molti uomini sarebbero andati a gareggiare come donne solo per vincere, ma questo non è successo affatto. È solo transfobia".

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Atleti transgender e DSD, cosa cambia nell’atletica

Pochi giorni dopo l’ordine di Trump, World Athletics – la federazione mondiale di atletica leggera – ha comunicato le decisioni della Commissione incaricata di lavorare sulla diversità di genere degli atleti. Salta tre controlli antidoping, sospeso Kerley aveva escluso dalle competizioni femminili chi aveva caratteristiche maschili durante la pubertà, ritenendo che le donne trans possano mantenere un significativo vantaggio fisico anche dopo la terapia di soppressione del testosterone.

Ora però l’organizzazione cita "nuove prove che chiariscono che esiste già un divario di prestazione atletica significativo prima dell’inizio della pubertà. Il divario di prestazione infantile o pre-puberale nello sport dell'atletica in particolare è dal 3 al 5% nelle gare di corsa e più alto nelle gare di lancio e salto". Di qui la decisione di Il risultato? Una sorta di caos normativo: già prima dell’ordine esecutivo di Trump. "Word Athletics – ha detto al “Times” il presidente Sebastian Coe – conta di introdurre le novità già nel 2025".