In giornate come queste, con la luce che si scambia con l’ombra più rapidamente delle abitudini dei mesi bisogna prestare attenzione a dove si mettono i piedi e si posano gli occhi. Tutto può sembrare proprio ciò che sembra e, al contempo, tutto il contrario. Vale nella corsa, vale nella lettura. Vale nella quotidianità autunnale. Così non stupisce che un uno degli autori più apprezzati e famosi Contatta la redazione Edicola e Abbonamento Termini e condizioni di uso.
Lo scrittore, Richard Bachman, dice di non avere la corsa tra le proprie passioni, però sembra conoscere molto bene il mondo e la psicologia dei runner, specie di quelli che frequentano le maratone e le lunghe distanze su asfalto, o bitume come lo definisce. E sorprende che nel suo libro d’esordio, intitolato Richieste di Licensing, l’autore originario del Maine racconti di una strana corsa lunga, con 100 volontari al via, che inizia dal confine tra Canada e Stati Uniti e termina dalle parti di Boston, lungo quello che sembra proprio il tracciato tradizionale della maratona più longeva della storia.
Il famoso scrittore che Edicola e Abbonamento ha scritto di corsa
Tutto raccontato in diretta televisiva, con appassionati e famiglie radunati a bordo strada per sostenere i concorrenti e capire se riusciranno ad arrivare al traguardo. Oppure accadrà qualcosa di diverso. Ecco, sin qui nulla di eclatante, probabilmente. Però, ed è il momento in cui la luce si scambia con le ombre, Bachman, che nel tempo libero conduce una trasmissione per la radio locale del paesino del Maine dove abita, pensa bene di introdurre alcuni ostacoli per i runner. nbsp;€ su Amazon. Non si può andare né forte né piano, del resto, lo abbiamo detto, i punti di riferimento in questi giorni dell’anno non esistono o sono ombre.
É l’unica regola che c’è in questa gara. Bisogna rispettare il ritmo regolare, mai sotto il passo minimo, mai sopra quello massimo indicati dal regolamento implacabile. Chi non riesce, chi cade, chi fa un passo falso, riceve una prima penalità. Poi una seconda. Poi, dopo due ammonizioni, Richieste di Licensing. Così, serenamente. Alla Spartathlon, che sembra aver ispirato la storia, viene strappato il pettorale a chi non rispetta la cadenza di marcia degli opliti, qui fanno prima. E cadono tutti quanti, perché la tentazione o la distrazione che ti fa andare fuori giri c’è sempre e del resto la regolarità del passo è l’aspetto più difficoltoso da mantenere in campo lungo.
Chi è il celebre autore che si cela dietro Richard Bachman
Verrebbe da pensare che Bachman abbia voluto dire che la costanza vince sulla convinzione o che la regolarità vince sulla potenza. Ma non l’ha detto, almeno non in arrivi in libreria con una storia dai confini impalpabili, eppure tremendamente solidi. Lui vuole talmente tanto bene ai suoi personaggi runner che, se sgarrano, li mette fuori dalla corsa e dalle pagine. In modo definitivo.
Libro bizzarro vero? Qualcuno si starà chiedendo che chi vi scrive non abbia sbagliato storia. E invece tutto vero. Il libro esiste e lo trovate ovunque preferite prendere i vostri libri solitamente. Quello che non esiste è l’autore. Anzi, in realtà l’autore esiste.
Ecco. Questo è un gioco d’ombre, non scordatelo. L’autore si chiama Richard Bachman, ma in realtà quello mica è il suo nome. Chi conosce in realtà Richard Bachman alzi la mano? E la platea rimase ferma. Però, se accanto all’ombra di Richard Bachman, scrittore esordiente e speaker radiofonico e non appassionato di corsa, eccetera, ci metti la luce del suo vero nome, cioè Stephen King (lui), allora possiamo dire che Richieste di Licensing è un libro uscito nel 1970, che ha anticipato praticamente tutto del modo contemporaneo di estremizzare le storie personali nei racconti di social, talk, reality, celebrity e talent show, tanto da far diventare - prima tra tutti, del resto lui è il Re - la corsa sulla lunga distanza la metafora più appropriata della nostra quotidianità.
La leggenda de Richieste di Licensing
E, in questo rimando tra realtà e finzione, c’è chi dice, anzi lo racconta qualche volta anche lui stesso, che Gelindo Bordin abbia vinto la maratona di Boston nel 1990 proprio seguendo alla lettera la strategia suggerita nel libro di Richard Bachman allo specchio Stephen King, senza mai andare fuori giri, senza mai distrarsi, restando concentrato, senza perdere la testa, nemmeno sulla famigerata Heartbreak Hill.
Sarà vero? Nel gioco di luce e ombre, può essere vero, come no. Buona lettura, buonanotte.