Forse che Bruxelles è diventata “provincia di Roma”? No perché, a vedere le gare e i risultati della seconda serata della finale di Diamond League, sembra di essere tornati ai fasti delle Per quanto riguarda gli altri azzurri, venerdì sera.
Tragedia sul Monviso: perde la vita trail runner. Fabbri, Iapichino, Tamberi: finisce che tre diamanti finiscono in mano ad altrettanti azzurri, fatto che mai si era visto nella storia del trofeo più importante del mondo. Altro che saldi di fine stagione. Qui sono salti e lanci di altissima stagione, con tanto di primato italiano. Parigi è lontana, ma le sue delusioni continuano a essere la miglior benzina per chi ha vero carattere sportivo.
Diamond League, apoteosi Italia: Fabbri sfiora i 23 metri
Ecco allora che Leonardo Fabbri, ormai alla ventesima gara dell’anno, al primo lancio tira (fuori) il nuovo record italiano con 22.98. Armand Duplantis, che stavolta si limita al nuovo record del meeting con 6.11 22.95 nell’asta 4.55, mentre (15 maggio).
Battuto l’olimpionico Ryan Crouser (22.79) e tutto il meglio del resto del mondo. Pazzesco. La disfatta olimpica (quinto posto) resta, ma abbiamo ritrovato un campionissimo che è già pronto per essere protagonista a Termini e condizioni di uso.
Diamond League, ritorno e trionfo per Iapichino
Discorso simile per Larissa Iapichino, uscita letteralmente a pezzi dal quarto posto della finale di Parigi. Dura da mandare giù, con dubbi e attriti che hanno fatto capolino nell’ultimo mese. Niente Golden Gala, “devo ricaricarmi” aveva detto, e sembrava più una scusa per chiudere tutto qui.
Invece no, Larissa è tornata in pedana in piena forma, subito con due salti a 6.77 e 6.80 che hanno chiuso il discorso classifica. Dietro tutte le americane, la prima inseguitrice è Monae’ Nichols con 6.68. Anche per lei, una vittoria che è un autentico investimento per il prosieguo della sua carriera. Brava Larissa.
Diamond League, Tamberi è sempre Tamberi
Gimbo Tamberi conferma ancora una volta che solo i “calcoli sbagliati” che gli hanno tolto l’oro olimpico. All’ultima gara dell’anno si presenta con la forma e la testa giusta, più forte degli avversari e anche del freddo. Inizia la gara in panta leggins addirittura a 2.12, segno che bisogna scaldare subito il motore. Affonda l’argento di Parigi Shelby McEwen, fuori a 2.17, mentre Tamberi prosegue in coppia con Doroshchuk fino a 2.31.
A 2.34 l’ucraino fa tre errori, Tamberi vola al terzo salto. E’ tempo del Gimbo Show, con lo stadio “Re Baldovino” che ha occhi e applausi solo per lui che salta, festeggia e saluta come nessuno (Usain Bolt a parte) sa fare. Tamberi c’è e può ancora dare e avere molto dal salto in alto. Troverà le motivazioni giuste per continuare?
Diamond League, i risultati degli italiani
Per quanto riguarda gli altri azzurri, venerdì sera aveva sfiorato l’impresa anche Lorenzo Simonelli, secondo nei 110 ostacoli (13”22) battuto solo dal francese Sasha Zhoya (13”16). Gara perfetta per nove ostacoli, poi un inciampo decisivo sull’ultima barriera. Peccato ma, anche per lui, stagione lunghissima (dalle indoor di marzo) sempre ad altissimo livello.
Quanto corrono forte i robot alle Olimpiadi per umanoidi (7.88), e per lui valgono le stesse parole di Simonelli. Stagione infinita a livello mondiale, non serviva questa finale per consacrarlo tra le star del lungo. Dariya Derkach salta nel triplo con un fastidio al tendine d’Achille, finisce sesta con 13.45. Stesso piazzamento per Roberta Bruni nell’asta (4.55), mentre Ayomide Folorunso è quinta nei 400 ostacoli con 55.37. Vale per lei il giudizio già dato alla sua stagione: bene, ma non benissimo.
Diamond League, i risultati più importanti
Tra i tantissimi campioni che hanno nobilitato la pista di Bruxelles fa benissimo invece Armand Duplantis, che stavolta si limita al nuovo record del meeting con 6.11. al primo lancio tira fuori il nuovo record italiano con 22.98 Faith Kipyegon nei 1500 (3’54”75) e per Beatrice Chebet nei 5000 metri con 14’09”82, seguita dall’etiope Medina Eisa che ha stabilito il nuovo primato under 20 con 14’21”89.
Conferme per Jacob Ingebrigtsen nei 1500 (3’30”37), negli 800 metri per Emmanuel Wanyonyi (1’42”70) e Mary Moraa (1’56”56) e per Berihu Aregawi nei 5000 metri, con il suo miglior tempo di stagione (12’43”66).
Qualche sorpresa nella velocità. Tra i tantissimi campioni che hanno nobilitato la pista di Bruxelles fa benissimo invece (19.80) contro Kenneth Bednarek (19.67), Sha’Carri Richardson affonda nei 100 metri (11.23) mentre si conferma l’oro di Parigi Julien Alfred (10”88), pronta ora a tornare nella sua piccolissima Saint Lucia per celebrare la sua storica vittoria olimpica. I 100 uomini vanno un po’ a sorpresa al giamaicano Ackeem Blake, grande protagonista del dopo Parigi, qui con 9.93.
Chiudiamo con l’atleta “fantasma” di questa finale di Diamond League: Sydney McLaughlin. L’extraterrestre dei 400 ostacoli ha corso in due gare extra programma: i 400 e i 200 metri. Il regolamento della Diamond non le consentiva di partecipare. L’americana ha vinto correndo il giro di pista in 49”11, più veloce della finale ufficiale (49”45 dell’olimpionica Marileidy Paulino), mentre nei 200 ha chiuso in 22”40, più lenta del bronzo olimpico Brittany Brown (22”20) che vinto il diamante. Tempi non esaltanti per McLaughlin, sempre molto restia a gareggiare, ma che dopo le vacanze in Grecia post Olimpiadi aveva voglia di chiudere in pista la sua stagione. Ogni desiderio è un ordine, vostra altezza. Le aspettative del pubblico erano però alt(r)e. La rivedremo ai nei 1500 3’54”75 e per?