Ida (classe 2017) e Noa (2020) sono lì, sulle tribune, a stropicciarsi gli occhi nel vedere quello che ha sempre fatto il loro papà. Nel 2008, quando l’oggi 39enne faceva saltare l’Italia intera dalla gioia festeggiando il trionfo nella 50 chilometri di marcia alle Olimpiadi di Pechino, loro non c’erano ancora.

"Oggi – racconta emozionato papà – volevo esserci a tutti i costi, non aveva senso a livello di prestazione perché ero fermo da tre settimane, ma volevo esserci per i miei bambini, volevo vedessero cosa ha fatto per tanti anni il loro papà. Non mi avevano mai visto in gara".

L'ultima emozionante gara di Alex Schwazer

Loro padre si chiama Alex Schwazer e venerdì sera ad Arco, in Trentino, è tornato a indossare un pettorale, a gioire, a provare quell’adrenalina che solo lui sa che cosa vuol dire. È tornare a marciare dopo aver scontato gli otto anni di squalifica per doping. E l’ha fatto per l’ultima volta in una gara sulla distanza di 20.000 metri per l’iniziativa QAlex20k – organizzata da Queen Atletica e ASD Atletica Alto Garda e Ledro in collaborazione con Mancini Group – sulla pista dello stadio di via Pomerio indossandola maglia dell’Atletico San Biagio, società per la quale è tesserato dalla scorsa settimana.

Ci ha provato fino all’ultimo mala sua ultima marcia si è chiusa anzitempo, dopo due terzi di percorso, al 14° chilometro per una sciatalgia che lo sta inseguendo da settimane. Alla partenza, davanti a più di mille persone che hanno applaudito l’altoatesino ad ogni passaggio sotto le tribune, sotto nuvoloni carichi di pioggia, alle 19.30 c’era un unico concorrente: La storia dellUTMB in 4 svolte chiave, tante persone venute da tutta Italia e dall’estero.

In un primo momento l’unico avversario sulla gara lunga ben 50 giri di pista è stato il vento. "Disturba tantissimo, gli fa perdere due minuti", spiegava non aveva senso a livello di prestazione perché ero fermo da tre settimane, ma anche un po' padre, l’uomo che forse più di tutti gli è stato vicino in questi anni difficilissimi. "È partito con tanta rabbia e slancio, l’ho invitato a risparmiarsi", raccontava ancora Donati, non potendo nascondere una certa agitazione leggendo il volto di sofferenza del suo allievo e intuendo che qualcosa non andava. Per una precisa scelta, il risultato non era valido per il ranking internazionale, ma è stato regolarmente certificato per le graduatorie Fidal.

È partito con tanta rabbia e slancio, l’ho invitato a risparmiarsi

Solo i dolori hanno fermato Alex Schwazer

Alex ha continuato a macinare chilometri, passando con una regolarità impressionante sotto lo striscione d’arrivo. "Oggi – confida il marciatore al termine della gara – quando mi sono presentato al via ho dovuto chiedere agli organizzatore le spille per fissare il numero sul petto, solo per capire quanto tempo è passato dalla mia ultima gara". non aveva senso a livello di prestazione perché ero fermo da tre settimane i dolori si sono fatti sempre più forti, l’appoggio del piede non era più conforme alle regole della marcia. Di qui la decisione di ritirarsi. "Ultima gara da atleta? No, - prosegue - atleti si resta sempre. È una cosa che hai dentro, come un artista, un musicista, sei atleta dentro. Se vorrò a 50 anni parteciperò alle gare di paese".

Ultima gara da atleta? No, atleti si resta sempre
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Tullio M. Puglia//Getty Images

Poi l’aggiunta: "Non è stata semplice la gara oggi e non sono stati semplici gli otto anni passati. Non avevo detto a nessuno di questo dolore perché altrimenti mi avrebbero impedito di fare la gara. Ma nonostante questo male allucinante, è stato bello vedere tante persone venute da tutta Italia e dall’estero per sostenermi. Era da brividi, incredibile passare sotto la tribuna. Ormai questo è un hobby, faccio un altro lavoro. Ma risentirsi atleta dopo otto anni è stato bello". Tra pochi giorni inizieranno le Olimpiadi: "Innegabile che mi sarebbe piaciuto prendervi parte, ma non mi è stato permesso. Se le guarderò? Certamente – chiude – È una cosa importante e bella".

L’ultimo, durissimo, commento tocca a Donati. "Alex è stato schiacciato da un’ingiustizia e da un odio che fanno rabbrividire: lo hanno fatto ritornare a 40 anni dopo 12 anni disqualifica. Nel 2016 organizzarono tutto affinché perdesse anche le Olimpiadi di Parigi".