Da migliore amico a peggior nemico delle nostre corse il passo è breve. C’è chi insieme al proprio quattro zampe si allena, magari poi anche gareggiando in competizioni dedicate, e in lui trova addirittura uno stimolo per uscire più spesso: sono gli amanti del Canicross, Come correre e sciare con il cane sulla neve.

Per contro, c’è chi inizia a vedere i cani (altrui) sempre più come una minaccia per le proprie corse. Certe notizie di cronaca non aiutano ed episodi – casi limite, sottolineiamolo – come quello che ha visto coinvolto Paolo Pasqualini, l’uomo recentemente aggredito e ucciso a pochi chilometri da Roma da tre cani di grossa taglia, accendono un faro su un problema che non è affatto marginale, soprattutto per chi corre e per chi si allena in bicicletta. E il motivo scatenante ed esacerbante della reazione canina sta proprio nella nostra velocità, ma non solo.


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L’eredità del passato

Sapete perché, tra tanti giochi che gli avete regalato, il vostro amico preferisce quello – per voi fastidiosissimo – che squittisce? Perché, mentre lo mastica con soddisfazione, a volte scuotendolo con forza, questo fa lo stesso suono che emetterebbe una preda mentre si dimena. Cosa significa tutto questo? Innanzitutto introduce, tra tanti, un consiglio sempre valido in caso di incontri con cani minacciosi: non urlate mai con voce stridula, perché il cane vi identificherebbe a maggior ragione come una preda, tanto più se scappaste correndo, magari dandogli la schiena.

In secondo luogo, testimonia qualcosa che, abbiate un barboncino o un rottweiler, troppo spesso si tende a dimenticare: il cane vive di istinti, alcuni ereditati dal suo progenitore selvatico e altri selezionati proprio dall’uomo in un percorso millenario in cui certe sue attitudini, comprese quelle oggi a volte “più scomode”, gli hanno permesso di aiutarci nella vita di tutti i giorni, consolidando un rapporto che, prima di ridursi alla mera reciproca compagnia, era di collaborazione e soddisfazione.

Il cane che oggi ci vede come una minaccia mentre corriamo troppo vicino alla sua proprietà è stato probabilmente selezionato per vivere questa emozione e avvisare il proprio conduttore o, in alcuni casi, passare in autonomia alle vie di fatto.

spieghiamo come deve comportarsi un runner davanti a un canepinterest
svetikd//Getty Images
Alimentazione e benessere

Non esistono cani “cattivi”

Non per questo si deve additare in senso assoluto una razza più di un’altra, piuttosto una gestione meno accurata di un’altra. Alla luce dei fatti, bisognerebbe prima di tutto comprendere le diverse attitudini dei nostri compagni di vita, che richiedono differenti livelli di competenza, in primis tra i proprietari. Una buona conoscenza dell’universo canino può rivelarsi utile, però, anche a chi di cani non ne ha ma, ad esempio, potrebbe incontrarne durante le proprie corse. Capire innanzitutto se il soggetto che ci abbaia contro lo fa perché ci percepisce come una preda o come una minaccia può essere di grande aiuto.

Stabilire se la minaccia in cui ci identifica semplicemente lo disturba o lo spaventa è altrettanto fondamentale: paradossalmente, soprattutto se parliamo di cani di taglia importante, meglio avere a che fare con un soggetto sicuro di sé piuttosto che con uno pauroso, perché nel primo caso la solidità emotiva potrebbe portarlo più facilmente a interrompere il comportamento aggressivo, mentre nel secondo potrebbe valere il principio per cui “la migliore difesa è l’attacco”.

Capire se risultiamo essere una minaccia per il suo conduttore o per il suo territorio dà un altro vantaggio; in ogni caso, ci indurrebbe ad allontanarci, ma senza troppa fretta e senza voltargli le spalle, da quella che il cane identifica come una sua proprietà. La velocità dell’avvicinamento, tanto più se frontale – mai procedere verso un cane in linea retta, guardandolo negli occhi, bensì compiendo delle traiettorie curve e porgendogli il fianco – può accentuare l’istinto protettivo del cane nei confronti di famigliari o del territorio, ma la nostra andatura influisce soprattutto sull’istinto predatorio. Mai correre in avanti, tanto meno fuggire di corsa, a maggior ragione in presenza di cani con una forte predazione.

Riconoscere chi si ha di fronte

Dimmi che cane ti minaccia e ti dirò come (non) scappare: abbiamo già detto quanto una minima cultura cinofila possa salvarci da situazioni pericolose, a partire da una sommaria conoscenza delle più comune razze o tipologie di cani, con relative attitudini. Per i grandi guardiani del gregge, come il pastore maremmano, con basso istinto predatorio, la strategia non sarà (solo) quella di diminuire l’andatura quanto, piuttosto, di aumentare la distanza che vi separa da loro. Anche la maggior parte dei molossi come, ad esempio, i mastini, tendenzialmente cani da guardia del territorio, sono sensibili nei confronti del valico dei loro confini.

I cani da difesa personale, come il bobermann, anche se tendenzialmente pure efficienti custodi della proprietà, sono più focalizzati sulla protezione dei loro cari, dunque la loro pericolosità potrebbe dipendere anche dalla presenza o meno dei famigliari.

Nel caso di cani da conduzione del gregge, come il border collie, a pesare, invece, è soprattutto la nostra velocità, che ne stimola la predazione, anche se poi la genetica dovrebbe far sì che una “pinzata” superficiale – come quella data alle pecore fuggitive per radunarle – non si concretizzi in un morso profondo. Questi cani sono molto sensibili a qualsiasi oggetto in movimento, dunque bisogna prestare attenzione, tanto più se ci stiamo allenando in bicicletta.

Esistono poi delle razze, come il bull terrier, che non hanno alcun tipo di inibizione al morso, anche se sono cani che hanno più che altro una tendenza all’aggressività intraspecifica, quindi nei confronti dei loro conspecifici – per questo vengono utilizzati illegalmente per combattimenti tra cani – piuttosto che nei confronti dell’uomo. Attenzione soprattutto se state correndo con il vostro quattro zampe.

Per quanto riguarda le allontanarci, ma senza troppa fretta e senza voltargli le spalle, se non altro in virtù della minore forza dell’animale, la situazione non dovrebbe risultare troppo pericolosa. Eccezion fatta per alcuni cani da tana, bassi di statura solo per risultare più funzionali all’attività, ma di forte carattere, più probabilmente ci troveremo di fronte ai tipici soggetti da compagnia che, proprio a causa della loro inferiorità fisica, sviluppano una isterica forma di paura che traducono in un’allerta senza sosta e un abbaio senza criterio. Qualche morso può scappare, ma tendenzialmente niente di drammatico.

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soprattutto se state correndo con il vostro quattro zampe//Getty Images
Riconoscere che cane si ha di fronte è fondamentale per sapere come comportarsi

Ulteriori fattori di rischio

Oltre all’andatura veloce e, magari, al mancato rispetto dei confini territoriali del cane (che non sempre nella sua testa corrispondono a quelli della recinzione della sua proprietà), per il runner possono configurarsi ulteriori fattori di rischio in caso di incontro con soggetti liberi. Il cane porta con sé un’eredità di predatore che caccia prevalentemente di notte. Per tale retaggio ancestrale, cani altrui sempre più come una minaccia per le proprie corse. Chi ha un cane lo sa: quando lo si porta fuori la sera tardi, capita più spesso che abbai a persone o altri cani e selvatici. Sappiate quindi che durante le vostre corse notturne siete potenzialmente più a rischio in caso di malaugurati incontri.

Se da un lato correre con il proprio quattro zampe è anche un modo per disincentivare le aggressioni di malintenzionati, per quanto riguarda il rischio di incontrare altri cani, la presenza del vostro potrebbe invece costituire un pericoloso innesco. A meno che il vostro amico non risulti, agli occhi del cane minaccioso, palesemente più forte (o palesemente più debole), tale da inibire ogni forma di aggressività, l’incontro dei due potrebbe peggiorare la situazione.

L’effetto sorpresa è altrettanto insidioso: come viene suggerito nel caso di fauna selvatica potenzialmente pericolosa – orso e lupo in primis – il cane vive di istinti, ma non con schiamazzi, evitando suoni acuti, che solitamente identificano le prede. Attenzione, in questo senso, soprattutto agli angoli ciechi delle strade.

Come comportarci

Purtroppo, in circostanze come quelle in cui si è trovato Paolo Pasqualini – un caso limite, visto la taglia e il temperamento dei cani che, per di più, erano in branco – a poco può valere qualsiasi consiglio, se non quello di tentare di arrampicarsi quanto più in alto possibile e di proteggersi il volto e arterie vitali come la giugulare e la femorale. Bisogna sottolineare, però, che tendenzialmente non solo le aggressioni non risultano letali ma, addirittura, nemmeno si concretizzano, rimanendo semplici minacce.

Capire dunque cosa ci sta dicendo il cane è fondamentale, anche per calibrare la nostra reazione: più che volontà di mordere, si tratterà più facilmente di un tentativo di comunicarci qualcosa, come il fatto che ci stiamo avvicinando troppo o che, per un qualche motivo, non gli piacciamo, magari a causa di un cappellino o un paio di occhiali, oggetti che rientrano nella quotidianità del runner, ma che possono turbare un cane, e che con calma vanno tolti, per stabilire la corretta comunicazione, pur senza mai fissarlo negli occhi.

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Alexandra Robins//Getty Images
In caso di pericolo mai fissare un cane negli occhi


Se la situazione dovesse degenerare, si può provare con qualche oggetto da portare con sé in uno zainetto: valida la trombetta da stadio o qualcosa che produca un forte rumore metallico, ma anche una bottiglietta d’acqua da spruzzare sul muso o una bomboletta di aria compressa. Alcune zone anatomiche dell’animale sono più sensibili e certe manualità nei suoi confronti possono risultargli fastidiose, pur senza lasciare danni permanenti: un piccolo colpo sul tartufo [il naso del cane, ndr] può essere sufficiente per stordire un soggetto di media taglia, magari disturbandolo ulteriormente tappandogli le narici, mentre continuerà a respirare dalla bocca.

Nel caso in cui siate sufficientemente sicuri di trovarvi di fronte a un avversario poco temibile, si può provare con la voce, sempre con un timbro grave, in questo caso procedendo verso il cane, alzando le spalle e con passo largo e deciso, magari con un braccio proteso in avanti, ma senza sbandierare troppo: così facendo, da “preda” diventereste “predatore”.

Se la determinazione del cane contro di voi non fosse così forte, potrebbero bastare dei bocconcini appetitosi lanciati a terra per distrarlo, senza allungare la mano, per poi allontanarsi lentamente. Se malauguratamente il cane dovesse mordere, ricordate di non tirare mai, per due motivi: prima di tutto i tessuti si lacererebbero e, in secondo luogo, il cane sarebbe incentivato a mantenere la presa che, quando la preda smette di muoversi, solitamente viene lasciata per perdita di interesse nei suoi confronti. Ricordate che nemmeno il più piccolo morso va trascurato: al cane possono mancare delle coperture vaccinali e, in ogni caso, le ferite contaminate con la sua saliva possono infettarsi facilmente.

Recarvi al pronto soccorso è necessario anche per ottenere un referto ufficiale, valido ai fini dell’apertura di un sinistro, nel caso auspicabile in cui il proprietario del cane abbia stipulato una polizza di responsabilità civile. La refertazione implica automaticamente la segnalazione alle autorità, in primis quella sanitaria di competenza, che si preoccuperà di verificare non solo l’equilibrio del cane, ma anche come viene gestito e custodito dal proprietario. Questo nell’interesse dell’animale, che non ha colpe, e della comunità che, solo sentendosi al sicuro, non prenderà una deriva allarmista.