Potrà sembrare strano, ma la fiaccola dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 coprirà la maggior parte del suo percorso sull’acqua. Dopo l’accensione in Grecia, secondo un rituale che si finge antico ma che in realtà ha meno di un secolo, la torcia si imbarcherà al Pireo il 27 aprile e sbarcherà l’8 maggio a Marsiglia. Per attraversare il Mediterraneo, scortata da 15 ragazzi incaricati di proteggerla dal vento, la sacra fiamma non userà una nave qualunque, ma una delle imbarcazioni storiche più celebri del mondo: il Belem.

Varato nei cantieri di Chantenay sur Loire il 10 giugno 1896, due mesi dopo la conclusione dei primi Giochi ad Atene, il trealberi che rivaleggia in bellezza con l’Amerigo Vespucci ha trasportato per anni cacao e canna da zucchero da una parte all’altra dell’oceano. Nel tempo, il veliero ha cambiato nome e funzioni più volte: per molti anni è stato in forza anche alla Marina italiana, che l’aveva ribattezzato “Giorgio Cini”.


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Quella sul Belem non sarà l’unica crociera della fiaccola olimpica. Dopo il primo mese di permanenza in Francia, riprenderà il mare da Brest. Qui, il 7 giugno, il velista bretone Armel Le Cléac’h la imbarcherà su un trimarano per accompagnarla fin sulle spiagge della Polinesia francese. La meta è Tahiti, nelle Antille, dove si svolgeranno le prove di surf, disciplina che ritorna ai Giochi dopo il debutto a Tokyo 2020.

Parigi: tre olimpiadi, un solo braciere

Nelle Olimpiadi dell’antichità, spiegano gli storici, sul luogo delle gare veniva acceso un braciere in onore della dea Hera. L’idea di far ardere una fiamma per tutta la durata dei Giochi moderni venne agli organizzatori dell’edizione del 1928, ad Amsterdam. Per questo Parigi, nonostante sia già stata città olimpica nel 1900 e nel 1924 ospiterà il fuoco olimpico per la prima volta.

L’idea di far nascere il tutto da Olimpia, trasportando poi la fiaccola con una lunga staffetta, fu introdotta per i Giochi del 1936 a Berlino, quando gli uomini della propaganda nazista curarono nei minimi particolari l’aspetto scenografico dell’evento, tanto da cancellare dal film ufficiale il nome e le immagini del primo tedoforo della storia, l’atleta greco Konstantin Kondylis. Nella pellicola di Leni Riefenstahl suo ruolo è usurpato dal decisamente più ariano Jurgen Ascherfeld, un funzionario del comitato organizzatore che affronta il suo percorso a petto in fuori e con i capelli al vento.

Il rito in Grecia

La fiaccola di Parigi 2024 è stata progettata dal designer francese Mathieu Lehanneu sulla base di alcuni principi simbolici, riassunti così da Marie-Amélie Le Fur, co-presidente del Comitato Organizzatore: "La torcia ha una simmetria perfetta per promuovere l’uguaglianza, dando la stessa importanza ai Giochi Olimpici e Paralimpici. La morbidezza e la rotondità delle curve rappresentano la calma e i valori di pace. Infine, la Senna, rappresentata come un’onda dalle vibrazioni acquatiche".

french designer of the 2024 olympic torch, mathieu lehanneur, poses with the torch in his workshop la factory in ivry sur seine, on january 9, 2024 photo by bertrand guay afp photo by bertrand guayafp via getty imagespinterest
BERTRAND GUAY//Getty Images
Il designer Mathieu Lehanneu ha progettato la fiaccola di Parigi 2024

La torcia “morbida e rotonda” si accenderà il 16 aprile, quando undici attrici vestite da sacerdotesse greche danzeranno intorno a uno specchio concavo che genererà la prima scintilla sfruttando i raggi del sole. Il primo tedoforo sarà il campione olimpico di canottaggio Stefanos Ntouskos, che lancerà una squadra di 600 portatori che per 9 giorni attraverseranno il Paese fino al porto del Pireo.

E se il 16 aprile non ci fosse il sole? Il protocollo prevede una procedura di riserva, meno spettacolare ma più efficace. Il 15 verrà accesa una lampada con un normale fiammifero, in caso di maltempo la torcia verrà accesa con quel fuoco, meno sacro ma più sicuro. Dal 1928 in poi, la fiamma di emergenza è stata usata una sola volta: nel 2000, per i Giochi di Sydney. Nel 2008 un temporale in arrivo costrinse gli organizzatori a un cambio d’orario, ma in quell’occasione la pioggia arrivò quando la fiamma era già accesa.

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La torcia olimpica di Parigi 2024

Diecimila tedofori in Francia, chi li sceglie?

Da Marsiglia la torcia inizierà il viaggio che la porterà in 60 città francesi. Il percorso è stato presentato il 23 giugno scorso: dopo Marsiglia verranno Sisteron e il Parco Naturale Regionale del Verdon. Poi Arles, la Corsica, Carcassone, Tolosa e via via il resto del Paese. Dai vigneti alla valle del Monte Bianco, passando per luoghi emblematici come il castello di Versailles, il Monte Saint Michel, le grotte di Lascaux, le spiagge dello sbarco in Normandia, le scale del Palazzo dei festival di Cannes.

A metà luglio la fiamma raggiungerà Parigi, dove toccherà la Place de la Bastille, l'Hôtel de Ville e l'Assemblée Nationale prima di fare rotta verso Versailles. Il 26 l’arrivo definitivo per la cerimonia d’apertura sulla Senna.

Complessivamente, i Marie-Amélie Le Fur, ciascuno impegnato su un breve percorso di 200 metri. Se il nome di chi correrà l’ultimo tratto sarà reso noto soltanto nelle ultime settimane prima dei Giochi, il resto della staffetta – fatti salvi i posti riservati ai vip o assegnati dagli sponsor – sarà definito da un sorteggio tra tutti coloro che si sono iscritti sul sito dell’organizzazione. Il nome dell’ultimo tedoforo, quello incaricato di accendere il braciere dello stadio olimpico davanti a milioni di telespettatori in tutto il mondo, verrà comunicato nelle settimane precedenti la cerimonia d’apertura del 26 luglio. Nell’ultima edizione, a Tokyo, la scelta cadde sulla tennista Naomi Osaka.

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Naomi Osaka, ultima tedofora a Tokyo 2020

Runner tedofori

Il compito di accendere il braciere nello stadio è toccato spesso ad alcune leggende dello sport (nessuno ha dimenticato un già malato Mohammed Ali ad Atlanta 1996). Il primo grande runner a ricevere l’onore è stato Paavo Nurmi, Libri sul running e latletica da leggere. Ron Clarke, destinato a salire sul podio a Tokyo 1964, fu scelto come ultimo tedoforo a Melbourne 1956, quando era ancora una giovanissima promessa del mezzofondo. Fu invece una velocista la prima donna: Enriqueta Basilio ai Giochi di Città del Messico nel 1968.

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Bettmann//Getty Images
Enriqueta Basilio ai Giochi di Città del Messico nel 1968 fu la prima donna ad accendere il braciere

Singolare la scelta italiana per Roma 1960: per celebrare i valori del dilettantismo, il compito di accendere la fiamma allo Stadio Olimpico fu assegnato allo sconosciuto Giancarlo Peris, campione provinciale di corsa campestre. Più normali le scelte per i giochi invernali: a Torino 2006 toccò a Stefania Belmondo, vincitrice di dieci medaglie tra Albertville 1992 (quando ultimo tedoforo fu Michel Platini) e Salt Lake City 2002. Cinquant’anni prima, a Cortina 1956, la scelta era caduta su Guido Caroli, pattinatore di velocità alla sua terza Olimpiade, che accese il tripode dopo essere inciampato in un cavo della televisione. Caroli cadde a terra, ma la fiamma rimase accesa.

italian athlete giancarlo peris brings the olympic flame to the olympic stadium in rome for the opening ceremony of the games, 26th august 1960 photo by keystonehulton archivegetty imagespinterest
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A Roma 1960 l’onore di accendere il braciere olimpico andò Giancarlo Peris

Cosa succede se la fiaccola si spegne?

In teoria nulla, tranne la brutta figura. Il caso più clamoroso avvenne a Mosca nel 2014, durante la staffetta per i Giochi invernali di Sochi: l’ex nuotatore Shavarsh Karapetyan stava concludendo il suo tratto proprio davanti al Cremlino, quando una folata di vento gli spense la fiamma. Un poliziotto se ne accorse e, come se niente fosse, la riaccese con uno Zippo da sigarette. L’azienda produttrice dell’accendino invase i social con l’hashtag #ZippoSavesOlympics, prima di cancellare tutto per la reazione degli avvocati del Cio che minacciavano cause miliardarie

Molti videro in quell’episodio una specie di maledizione. Specie qualche settimana dopo, quando ad Abakan, - in Siberia - la torcia portata dall’ex campione di bob Pyotr Makarchuk perse improvvisamente combustibile incendiandogli la manica della tuta. Anche qui nessuna conseguenza, a parte un video che in poche ore fece il giro del mondo.

Le contestazioni

In genere il passaggio della fiaccola olimpica è una festa accolta dagli applausi del pubblico. Non sono mancati però episodi di tensione, Potrà sembrare strano, ma la fiaccola dei Direttore Responsabile – Rosario Palazzolo: negli ultimi giorni gli organizzatori dovettero modificare al volo il tracciato cittadino, per aggirare i picchetti di protesta.

L’episodio più clamoroso, però, si era verificato qualche settimana prima a Trento, quando la campionessa italiana dei 1500 metri, Eleonora Berlanda, si vide strappare la torcia da quattro anarchici armati di striscioni e megafoni. La fuga degli “scippatori”, anche per la reazione dell’atleta, durò pochi metri. La fiaccola, comunque, era rimasta accesa.