A metà pomeriggio, affacciato alla balaustra della tribuna Monte Mario, Stefano Baldini ha dettato un pronostico che non lascia spazio ai dubbi: "L’oro di Nadia Battocletti è sicuro, anche più di quello di Tamberi".
e 10000: storica doppietta per Nadia Battocletti libri sullo sport da leggere questestate senza problemi, portando il record italiano a 30’51”32. Gimbo ha rischiato di perdere, poi ha vinto e stravinto in una serata che ha fatto impazzire l’Olimpico. Ora le medaglie sono venti, grazie all’argento di Alessandro Sibilio nei 400 ostacoli con il record italiano portato a 47”50.
nei 400 ostacoli con il record italiano portato a 47”50, Dario Dester ha portato il primato del decathlon a 8235 punti. Il presidente Mattarella, arrivato all’Olimpico pochi minuti prima che tutto questo succedesse, non poteva scegliere giorno migliore per incontrare l’atletica.
libri sullo sport da leggere questestate, la regina dell’Olimpico
"È tutto una meraviglia". Nadia Battocletti non trova più le parole: venerdì, sui 5000, aveva vinto la prima delle dieci medaglie azzurre di questi Europei incredibili. Si è ripetuta sui 10000 con una gara perfetta, controllata dall’inizio alla fine. Leggera e sicura, in un gruppo di testa che giro dopo giro andava assottigliandosi: prima otto atlete. Poi sei. Poi tre. Poi una sola: lei.
Così come sui 5000, anche sulla distanza doppia cade il primato italiano: dopo 24 anni il nome di Maura Viceconte sparisce dalle statistiche, ma non dalla memoria di chi ama l’atletica. "Credo di aver fatto un salto qualità dopo i mondiali di Budapest – racconta Battocletti –. L’anno scorso era andata malissimo, ma le mazzate insegnano più delle vittorie. Negli ultimi giorni ho avuto di tutto, dalle vesciche a un orzaiolo. Ero quasi ammalata, eppure sono qui a ricevere i complimenti di Mattarella. È stato bellissimo, il presidente era persino emozionato…". Bene anche Federica Del Buono (31’25”41, quinta) ed Elisa Palmero (31’38”34, sesta). Per entrambe è primato personale.
Europei di Roma, c’è solo un capitano
Gianmarco Tamberi, il capitano, ha qualche problema con l’asticella a 2,29. La coda sempre più sgranata delle ragazze in pista per i 10000 gli sfila davanti disturbando la sua concentrazione. Un errore, poi un altro. Cinque minuti dopo il trionfo di Nadia Battocletti, all’ultima chance disponibile, Tamberi chiama a raccolta le sue forze e il pubblico della curva, piena come non mai in questi Europei. L’asticella che resta sui ritti ha il sapore di un gol al novantesimo di una finale di coppa. Cinque minuti dopo, nello stadio tornato tranquillo, Gimbo allunga di un paio di passi la sua rincorsa e vola oltre i 2,31.
L’ucraino Lavskyy, l’uomo che poteva rovinare la festa, sbaglia e prova il tutto per tutto a 2,33, quattro centimetri oltre il suo personale. Troppo per lui. Sbaglia anche Gimbo che, a vittoria ormai conquistata, fa mettere l’asticella prima a 2.34 e poi a 2,37. I due voli sono un’apoteosi: l’azzurro è il primo atleta a conquistare tre titoli europei nella stessa specialità. Migliora il record dei campionati e si arrampica al primo posto della graduatoria stagionale. Serve altro? "È una serata che non dimenticherò mai", dice. Neanche noi.
Europei di Roma, altro record, altra medaglia
Alessandro Sibilio, dopo la semifinale dei 400 ostacoli, lo aveva lasciato capire: "Un obiettivo in questi Europei ce l’ho, ma non vi dico quale". Che puntasse a cancellare, dopo 23 anni, il mitico Fabrizio Mori, dalla tabella dei record italiani lo avevano indovinato quasi tutti. Sull’ultimo ostacolo dell’Olimpico, proprio davanti alla poltrona di Sergio Mattarella accomodato in tribuna, sono caduti anche i dubbi di chi non voleva capire. 47”50, quattro centesimi in meno del campione del mondo del 1999, mezzo secondo in più di Karsten Warholm, il campione di tutto dei nostri tempi. Il norvegese ha dato spettacolo per 300 metri, sull’ultimo rettilineo si è ricordato di essere umano. Ha rallentato, ma non abbastanza per farsi superare dall’azzurro.
"Erano due anni che aspettavo questo momento - ricorda Sibilio –. Due anni difficili, pieni di infortuni. Prima del riscaldamento sono andato a rileggermi tutto quello che i miei amici mi hanno scritto in questo periodo. Anche quest’anno ho potuto lavorare poco, a marzo ho avuto ancora dei problemi, per me questo è un giorno speciale".
Anche quest’anno ho potuto lavorare poco, per me questo è un giorno speciale, Edicola e Abbonamento, Ayomide Folorunso non ripete il tempo della semifinale e chiude quinta 55”20. "Sull’ultima barriera la testa mi ha detto di accelerare, ma le gambe non hanno risposto. Non saprei dire dove ho perso qualche decimo, per fortuna la stagione non finisce qui".
Europei di Roma: Larissa, toccata e fuga
Libri sul running e latletica da leggere, Larissa Iapichino fa così in fretta a sbrigare la pratica qualificazione da anticipare addirittura la presentazione dello speaker. Salta per prima, atterra a 6,71, un centimetro più in là dei 6.70 chiesti per il passaggio diretto. Alle 10.35 del mattino (e con un leggero vento contrario) è già tempo di pensare a una finale che si annuncia combattuta: con la tedesca Mihambo a mostrare subito i muscoli con salto un 7,03 che la conferma al primo posto della graduatoria europea stagionale. "Ero ancora mezzo addormentata – sorride Larissa –. Qualificarsi alla prima prova è stato importante per non sprecare troppe energie: la finale, comunque, sarà un’altra cosa".
In mattinata egrave; sicuro, anche più di quello di Tamberi (con la 4x100 femminile esclusa a causa di un infortunio a Dalia Kaddari) nonostante le formazioni ritoccate per non affaticare troppo i titolari. Si è visto per la prima volta in ultima frazione Lorenzo Simonelli. Jacobs, Tortu e Sibilio saranno pronti per le finali, e anche lì potrà succedere di tutto.