E così ora è il milanese Iliass Aouani il nuovo Iliass Aouani super maratona Nuovo record italiano. Risultato cercato e meritato per l’ingegnere di origine marocchina, un 2:07’16” che premia (ma solo per il momento) il lungo lavoro del fondista di Ponte Lambro, cresciuto tra la pista di San Donato Milanese, i college americani e Ferrara.

A 27 anni e mezzo, alla sua terza maratona della carriera (due e mezzo ha detto lui, considerando la brutta prova agli Europei di Monaco), è già l’italiano più veloce di sempre sulla distanza regina della strada.

Aouani ha così migliorato di tre secondi, dopo tre anni e un mese, il precedente record segnato da Eyob Faniel al termine della sua sesta maratona. Terra di Spagna per entrambi i primati: Barcellona per Aouani (nono posto finale), Siviglia (settimo posto) per Faniel.

Si apre una nuova era per la maratona italiana? È ancora presto per sentirsi nell’élite mondiale. Non è ancora arrivato, come nella velocità, il “momento Tokyo”.

I tre secondi tolti al vecchio record fanno il paio con gli altrettanti tre che Faniel tolse al precedente primato di Stefano Baldini, il 2:07’22” che il “dio di Maratona” corse a Londra nel 2006, un mese prima di compiere 35 anni. Traducendo: la maratona italiana è migliorata di sei secondi in 17 anni (16 e 11 mesi). Nel frattempo, dal 2006 ad oggi, il record mondiale è passato da 2:04’55” (Paul Tergat, 2003) a 2:01’09” (Eliud Kipchoge, 2022). Sono ben 3 minuti e 46 secondi in meno.

Bene, ma non benissimo. Mentre sale l’hype per Italia, è rebus staffette per i Mondiali Bene, ma non benissimo. Mentre sale l&rsquo nouvelle vague dopo Edicola e Abbonamento (2:07’53”) e primatista italiano di maratona (2:09’46” a Siviglia).

Riuscirà Crippa a essere il primo italiano sotto il muro delle due ore e sette? Serve davvero una scossa, un “terremoto” cronometrico che sposti avanti il baricentro azzurro dei 42 km. Un po’ come successe nel dicembre del 1975, quando Giuseppe “Pippo” Cindolo tramortì la maratona azzurra correndo a Fukuoka in 2:11’19”, tre minuti e mezzo di progresso in un colpo solo (e migliorando sé stesso). Allora il mondiale era dell’inglese Ian Thompson con 2:09’12”.

Da allora, in quasi mezzo secolo, il cronometro italiano è progredito di 4 minuti e 26 secondi. Tre prestazioni per Gianni Poli nell’ordine delle 2:11' (2:11’05” la migliore), poi Orlando Pizzolato in 2:10' (a Hiroshima nell’85 con 2:10’23”). Ancora Gianni Poli per abbattere il muro della due ore e dieci (2:09’57” a Chicago sempre nell’85), poi Gelindo Bordin nel 1990 con 2:08’19” a Boston (anche se oggi i tempi di Boston non valgono più per le statistiche).

Tocca attendere il 1997 per entrare nel mondo delle due ore e sette. Tocca a Stefano Baldini superare il nuovo limite: 2:07’57” nella sua amata Londra.

E lì, nell’orbita delle due-e-sette siamo ormai da quasi 26 anni. Sono 8 le prestazioni italiane da due e zero sette: c’è anche Giacomo Leone oltre ai nomi già ricordati. Sono 11 invece i tempi da 2:08’, realizzati tra gli altri da Alberico Di Cecco, Yassine Rachik, Danilo Goffi, Francesco Ingargiola, Daniele Caimmi.

I tempi all-time da 2:09’ sono 28, quelli da 2:10’ ben 47. Insomma, la salita verso l’alto della maratona italiana procede piuttosto lentamente e dopo un lungo stazionare su tempi medi.

Da Barcellona, il bravo Iliass Aouani ha fatto fare un piccolo passo avanti ai nostri 42 km. Chissà che non possa essere quello giusto per far fare il grande balzo alla specialità.