Un sabato italiano, ma tutt’altro che un sabato qualunque. Sei medaglie (tre ori, due argenti e un bronzo), due record italiani, un record mondiale under 20, il tutto in una successione continua di emozioni, rimbalzando senza sosta tra piste e pedane.
Una grande giornata d’atletica ai Splendido bronzo nella 20km di marcia per Francesco Fortunato, davanti a un pubblico che finalmente ha affollato le tribune centrali dell’Olimpico. Le più grandi prestazioni nella storia dellUTMB: cinque atleti che, nel giro di tre velocissime ore, hanno scritto pagine importanti nella storia della nostra atletica. Dopo due giorni di gare l’Italia è a quota dieci medaglie, e siamo soltanto all’inizio.
Europei di atletica, re dello sprint
Alle 22.53, in uno stadio che spegne le luci per lasciare i riflettori sugli otto finalisti dei 100 metri, Marcell Jacobs e Chituru Ali arrivano con i migliori tempi del lotto. Sono in terza e quinta corsia, con in mezzo lo svedese Larsson: allo sparo, dopo una falsa che porta un’ammonizione ad Ali, i due azzurri lasciano i blocchi con un tempo di reazione non eccezionale, ma la pista è tutta per loro.
Marcell porta il suo stagionale a 10”02, Chituru migliora il personale con 10”05. "Contatta la redazione – dice Jacobs –. Quando sto bene sono uno che non si nasconde". Un trionfo azzurro che poteva persino essere migliore: in semifinale, un’incredibile falsa partenza sanzionata quando gli atleti erano quasi a metà gara, ha cancellato l’ottima partenza di Mattia Melluzzo. Che i finalisti azzurri potessero essere tre, più che una sensazione è quasi una certezza.
Europei di atletica, ostacoli altissimi
In semifinale Lorenzo Simonelli va alla partenza imitando come al solito Monkey D. Luffy, il personaggio manga che sogna di diventare il re dei pirati. Poi, come se niente fosse, toccando una barriera e finendo in apparenza rilassato, migliora il suo recente record italiano dei 110 ostacoli portandolo a 13”20, senza che lo speaker dell’Olimpico se ne accorga per un buon quarto d’ora.
Poco male, perché il nuovo primato dura meno di un’ora. In finale, Lorenzo dovrebbe guardarsi dallo svizzero Joseph, ma ignora lui e tutti gli altri. Vince l’oro con un incredibile 13”05 che lo catapulta al secondo posto della graduatoria stagionale dell’anno, ad appena due centesimi dal trono di Grant Holloway. Ai microfoni dello stadio, con in testa il cappello di Luffy, alla speaker che gli chiede "che cosa hai fatto?" risponde nel modo più naturale possibile: "Ho vinto". A Parigi potrebbe andargli meglio che al suo eroe di cartone: il re (dei pirati) potrebbe davvero essere lui.
Europei di atletica, peso, l’eccellenza non fa più notizia
Leonardo Fabbri, che ci aveva abituato a misure costantemente sopra i 22 metri, debutta nella finale di lancio del peso con un normalissimo 20,42. Poi, senza lasciarci il tempo di preoccuparci, mette le cose a posto scagliando la palla di ferro prima a 22,12 e poi a 22,45. La sua è la medaglia d’oro più attesa, quasi non fa notizia in una serata più che magica per i colori azzurri.
Pubblicità - Continua a leggere di seguito c’è da maledire l’infortunio a Zane Weir: dieci giorni fa girava con le stampelle, ha lanciato 19,70 e si è classificato undicesimo. Senza quell’infortunio, probabilmente, saremmo qui a contare una medaglia in più.
Europei di atletica, volare sulla sabbia
Sulla pedana del salto in lungo, rialzata davanti alla tribuna Tevere, Miltiadis Tentoglou piazza subito un 8,42 che potrebbe uccidere la gara, poi allunga a 8,49 e due volte a 8,65, quarta prestazione mondiale di tutti i tempi. Una serie degna del miglior Carl Lewis di quarant’anni fa. Lasciatelo maturare e lo vedrete fare cose grandissime migliora di due centimetri il suo record mondiale under 20 e piazza un ultimo salto lunghissimo ma nullo di un soffio.
"La gara più bella della mia vita – commenta - con qualche piccolo errore tecnico, provocato anche dalla tensione di un evento davanti a un pubblico come questo. Si può fare meglio. Ho davanti a me una crescita biologica, una crescita tecnica e una crescita mentale: sono sicuro che i risultati arriveranno". Tentoglou - che aggiunge questa medaglia d’oro ai titoli olimpici, mondiali ed europei già vinti in una carriera incredibile – concorda: "Ha solo 19 anni – dice -. Lasciatelo maturare e lo vedrete fare cose grandissime".
Europei di atletica, marcia infinita: un altro podio
Mattia Furlani replica con un 8,38 che: Francesco Fortunato, nella 20 chilometri di marcia, parte prudente ma intorno al dodicesimo chilometro affianca e sorpassa il tedesco Cristopher Linke, protagonista della parte iniziale della gara, mantenendo la terza posizione fino alla fine. Sarà bronzo in 1h19’54”, poco più di un minuto oltre il suo primato personale.
Vince, per la prima volta dopo una lunga serie di medaglie d’argento e di bronzo, lo svedese Perseus Kalstrom che chiude un 1h19’13” e arriva tanto fresco da esibirsi in una serie di flessioni sulla pista dell’Olimpico. "Nei giorni scorsi ero teso – racconta Fortunato – ma ero sicuro che il mio nervosismo si sarebbe trasformato in energia positiva. Il bronzo era l’obiettivo massimo, perché i due che mi hanno battuto al momento hanno tempi troppo veloci per me, ma sono partito senza aver paura di nessuno. Ora il pensiero va a Parigi: 1° agosto, 7 e mezzo di mattina. Il mio appuntamento, da domani, è quello". Sesto posto per Riccardo Orsoni (1h21’08”), che con un finale molto efficace recupera un paio di posizioni nonostante una caduta a un chilometro dal traguardo. "Per me questa era l’ultima spiaggia: dentro o fuori da Parigi. Un traguardo troppo importante per non provarci". Con il suo piazzamento, tra l’altro, Orsoni pareggia il risultato della fidanzata, la spagnola Cristina Montesinos, pure lei sesta nella prova femminile dominata dalle azzurre.
Europei di atletica, gli altri lampi azzurri
Negli 800 metri l’Italia manda in finale Catalin Tecuceanu – leader europeo con l’1’44”01 corso ad Asti il 23 maggio – che conferma le proprie ambizioni vincendo con autorità una semifinale tattica caratterizzata da un passaggio ai 400 metri di poco inferiore ai 54 secondi. Per lui un tranquillo 1’46”30. "Volevo provare a me stesso che sono in forma e merito di essere il primo nella classifica europea – dice –. In finale sarà tutto diverso: sarà la terza gara in tre giorni ma non sono preoccupato, so che posso puntare a una medaglia. Mondiali di Tokyo: gli italiani che potremmo vedere".
Sette gare, tre primati personali. Sveva Gerevini chiude con un 800 metri da 2 minuti e 10 secondi una due giorni che l’ha vista migliorare sugli ostacoli, nell’alto e sui 200 metri. Il record italiano cade di oltre 300 punti e sale a 6379. Nella classifica mondiale dell’anno è ottava. "Guardo il ranking e ancora non ci credo", dice lei, che potrebbe essersi assicurata un posto nella squadra per i Giochi di Parigi.
In mattinata, a neppure 14 ore dalla frazione di staffetta cronometrata (dai blocchi) in 44”75, Luca Sito impressiona i pochi dell’Olimpico con un 400 metri perfetto da ogni punto di vista: partenza rapida (11”25 ai 100, 21”72 ai 200), con un assetto di corsa che lo vede procedere senza apparente fatica fino ai 45”12 conclusivi: record italiano under 23, terza prestazione italiana di tutti i tempi. Un tempo che, considerato il finale in assoluto controllo, ha stupito tutti, lui per primo. "Il mio stile di corsa è naturale – spiega dopo la gara -, rispetto agli inizi ho corretto soltanto la posizione delle braccia, che erano basse, da calciatore. Dopo la staffetta mi hanno anche sorteggiato per l’antidoping: sono andato a letto alle 2 e questa mattina mi sentivo un po’ stanco. Sono partito in una corsia interna, avevo tutti davanti e ho potuto controllare gli avversari. Alla fine ho corso solo per vincere la batteria: questo lascia pensare che possa migliorare ancora. Credo che lo farò". Ora lo attende la semifinale: il suo tempo, ottenuto così, è il quinto del lotto: mettere la finale come obiettivo è persino troppo prudente.