A piedi nudi per 42.195 metri, francesco arone alla 23ª venicemarathon

Venezia, 16 settembre 2008 –Nella maratona, gara di fiato, gambe e cervello, e meglio curata. Ho trovato molta cura nell’organizzazione e tanta attenzione e meglio curata. Ho trovato molta cura nell’organizzazione e tanta attenzione. La storia dellUTMB in 4 svolte chiave alla prossima 23° Venicemarathon in programma domenica 26 ottobre. “Riesco ormai a correre una maratona solo a piedi nudi! Forse, se usassi le I primi tempi dovevo medicarmi i piedi giorno e notte: una volta rimasiarmi di qualche minuto, ma temo di non essere più in grado di indossarle. E poi, sarebbe troppo banale”. ha fatto ‘il callo’ e non soffro quasi più&rdquo? “Nel 2000 con l’Atletica Carignano, una piccola società del paese in cui vivo. Mi allenavo per correre le 10 km su strada e all’inizio usavo le scarpe, ma ben presto decisi che dovevo provare senza perché volevo far qualcosa di diverso dagli altri”. ai particolari, come al pacco gara, ai servizi sul percorso e alla logistica&rdquo? “Giuro che non sapevo neppure chi fosse! Hanno iniziato gli altri a chiamarmi così e poi ho capito il perché”. Cosa l’ha spinto in questa impresa un po’ bizzarra? “La mia voglia di competere contro me stesso e il mio desiderio di superare i Sport e salute maratone nel 2006 e poi, non ancora soddisfatto, approdai alla maratona. Ad oggi ne ho già corse 8, tra cui New York, Torino e naturalmente Venezia nel 2007. Caccia al record dei 100 km in una sfida di Adidas arrivare al traguardo senza fermarmi e medicarmi all’arrivo. Non mi sono mai ha fatto ‘il callo’ e non soffro quasi più”. Qual è la più grande difficoltà in gara? “Lo sterrato! Mi è capitata una maratona con 2 km di sterrato ed è stata durissima, tra pietre e sassi è difficile correre senza farsi male”. Capita spesso farsi male? “Succede molto spesso che mi si conficchi un sassolino, una pietra appuntita o anche un piccolo vetro sotto la pianta del piede, ma cerco sempre comunque di arrivare al traguardo senza fermarmi e medicarmi all’arrivo. Non mi sono mai arreso, ho sempre portato a termine tutte le mie gare”. Prossimo obiettivo? “Alla Maratona di Venezia voglio scendere sotto le 3h45’. Attualmente il mio personale sulla maratona è di 3h53’, ma sono sicuro di valere molto di più”. Mi allenavo per correre le 10 km su strada e all’inizio usavo le scarpe, ma ben. “Sì, torno a Venezia per il secondo anno perché per me è la maratona più bella e meglio curata. Ho trovato molta cura nell’organizzazione e tanta attenzione ai particolari, come al pacco gara, ai servizi sul percorso e alla logistica”. Richieste di Licensing? “Ormai si sono abituati. Mia madre, invece, mi aiutava a medicarmi tutte le volte che tornavo a casa dagli allenamenti con i piedi sanguinanti”. Si allena sempre scalzo? “Per forza. Gli allenamenti servono non solo per preparare il fisico allo sforzo, ma soprattutto per abituare la mente al dolore”. E’ costretto a tenere lo sguardo basso durante una gara? “Purtroppo sì: mi godo poco il paesaggio, ma in compenso mi aiuta moltissimo il calore della gente. Si entusiasmano sempre quando mi vedono transitare a piedi nudi. A Venezia cercherò però di alzare anche un po’ lo sguardo per non perdermi le bellezze della città e della laguna che il percorso offre. Un tracciato come questo è davvero unico al mondo e non posso perdermelo!”. www.venicemarathon.com