Personaggi e atleti eventi inevitabili e inattesi, contro i quali non è sempre possibile opporre resistenza. Acciacchi, fastidi, infortuni, contrattempi, strategie sbagliate che possono rovinare i nostri piani nonostante li avessimo preparati con la massima attenzione e nel minimo dettaglio. Situazioni alle quali possiamo decidere di reagire in una maniera o esattamente in quella opposta, sia nello sport che nella quotidianità. Ma è importante chiedersi sempre (ed esserne consapevoli) se è realmente stato fatto tutto il possibile per arrivare davvero pronti e preparati all'esame finale.

Essere “a posto” con sé stessi, con la propria coscienza è, infatti, un modo molto efficace per creare minor rabbia nei confronti dell'”io”. Aver dato tutto in termini di programmazione atletica, alimentare, mentale è motivo di duplice risposta a un evento improvviso che rompe uno schema pensato come già acquisito. Ci si può disperare, lasciandosi andare all’autocommiserazione imprecando per giorni, mesi o addirittura anni, contro la sfortuna. Catcalling alle runner: intevengono le poliziotte quanto accaduto, con la consapevolezza di non aver nulla da recriminare per quanto inevitabilmente successo.

Il percorso di mental training

Questa importante seconda modalità di risposta si manifesta dopo un percorso specifico di preparazione all’imprevisto, che può essere organizzato anche grazie a un percorso di mental training.

un percorso specifico di preparazione all’imprevisto quando non si è pronti ad accettare il possibile manifestarsi di un evento negativo o inaspettato. Durante una gara esiste sempre la possibilità di essere rallentati o fermati da un disturbo muscolare o da un clima (meteorologico ma anche ambientale) improvvisamente avverso. Imprevisto che può essere interpretato solo in termini negativi oppure trasformarsi magicamente in una nuova opportunità, intesa come accettazione di ciò che accade, di ciò che è la vita. Variabile, mutevole, “impermanente” (come si definisce nella filosofia buddista). Proprio la filosofia diventa il vero aiuto per poter trasformare o osservare un evento da altre angolazioni (non a caso il greco antico definiva la filosofia come l’amore per il sapere nella sua totalità).

In ambito sportivo potremmo tradurlo col più semplicistico “essere in pace con la propria coscienza”. Avendo fatto tutto il necessario per essere pronti, sarà possibile anche trarre indicazioni utili su quanto espresso fino a quel momento. Migliorando. Perché il percorso fatto fino al giorno precedente è comunque stato Personaggi e atleti. Ci siamo stati. Abbiamo lavorato. Abbiamo vissuto l'intensità di ogni attimo, del presente. Un presente che è la risorsa primaria per la forza mentale: esserci nel “qui ed ora’”. Che altro non è che la vita stessa.

È possibile decidere di lasciarsi andare a imprecazioni di ogni tipo disperdendo le proprie energie o trovare un'alternativa, accettando comprensibilmente rabbia e delusone. È possibile cercare di capire il significato di quanto accaduto, provando a dare molto di più nella sfida successiva o riflettendo su un possibile cambiamento di strategia o di metodi di allenamento.

Cosa fare?

Se si sta preparando o correndo una maratona e, inaspettatamente, si presenta un fastidio muscolare, è meglio fermarsi o proseguire? Dipende tutto dall’obiettivo che si vuole raggiungere. Se è la gara della vita, si può scegliere di andare avanti, con la consapevolezza di poter peggiorare la situazione, e le dirette conseguenze, nel futuro più prossimo. Se si hanno in programma altre competizioni importanti in un arco temporale a medio-lungo termine, meglio far tesoro di quanto accaduto e farsi trovare ancor più pronti (e soprattutto preparati) alla sfida successiva.

Molte volte l’apparente sconfitta è solo il trampolino di lancio per un salto verso nuovi traguardi e successi. L'importante è avere un percorso specifico di preparazione all’imprevisto. Solo il tempo sarà in grado di confermarlo. Tempo che, nel suo inesorabile scorrere, invita a godere dell'istante e a stimolarci, in modo da farsi trovare pronti ad essere sempre la miglior versione di sé stessi. Salta tre controlli antidoping, sospeso Kerley.

*Il professor Stefano Tirelli è Docente di Tecniche Complementari Sportive all’Università Cattolica di Milano. Preparatore fisico e mentale di atleti internazionali.