Running e salto triplo raccontati dall'atleta olimpica Dariya Derkach. Nata a Vinnycja, in Ucraina, ma cresciuta sportivamente in Italia, Dariya è una delle figure più affascinanti dell’atletica leggera azzurra. Sport e salute ed ex lunghista e multiplista, coniuga talento naturale, disciplina ferrea e grinta, ed è una presenza costante nei grandi appuntamenti internazionali. Nel curriculum dell'atleta dell'Aeronautica militare ben tre Olimpiadi: Rio de Janeiro 2016, Tokyo 2020 e l'ottimo ottavo posto a Parigi 2024, come ai Mondiali 2023 a Budapest. Il palmares di Dariya registra un argento agli Europei indoor 2023 a Istanbul e ben 14 titoli nazionali assoluti (7 nel triplo, 6 nel triplo indoor e uno nel lungo nel "lontano" 2014).
La strategia di Yohannes Chiappinelli per la 42K (il primato italiano appartiene dal 2004 a Magdelín Martinez con 15,03 m) stabilito nella finale di Diamond League 2023 a Eugene Oregon, abbiamo incontrato Dariya a Roma in occasione di The Running Academy by Cisalfa Sport e Runner's World nella giornata di test dedicata alle novità scarpe adidas per il running.
Dariya Derkach, "La corsa è la base dell'atletica"
L'Italia dei salti sta vivendo un momento felice. Possiamo definirci un popolo di saltatori?
"In realtà c'è da sempre una tradizione di grandi saltatori e saltatrici. Oggi c'è però una base decisamente più ampia di giovani praticanti e atleti che saltano, in alto, nel lungo e nel triplo".
Come ci si avvicina a una specialità difficile e tecnica come il salto triplo?
"Nel mio caso per esclusione. È il bello dell'atletica che permette di avvicinarti a tante discipline. Da piccola mi ero dedicata alle prove multiple (nell'atletica le prove multiple sono quelle gare costituite da due o più discipline atletiche ndr). Col tempo, crescendo e togliendo le specialità in cui andavo peggio mi sono concentrata sul lungo e sul triplo e, adesso, solo sul triplo".
Sei un'atleta che ha corso anche tanto, soprattutto nel mezzofondo. Che cosa rappresenta per te la corsa?
"La corsa è la base dell'atletica e non solo, vale per molti altri sport. Nei programmi di allenamento di un saltatore come di un lanciatore si cerca velocità e la corsa aiuta a migliorare questo aspetto".
Dariya Derkach, "Mi piace tanto andare a correre nei parchi o sul lungomare"
Come vivi la concorrenza con la tua amica Ottavia Cestonaro?
"Nel mio caso specifico mi alleno soprattutto sulla breve velocità, dunque su distanze molto brevi. Gli allenamenti che faccio abitualmente non superano i cento metri. Devo dire però che da giovane ho fatto qualunque cosa. E a dirla tutta, se devo essere sincera, a me piace tantissimo andare a correre, soprattutto nei parchi o sul lungomare. Non tanto però, una mezz'oretta. Il massimo nella mia vita sono stati dieci chilometri e sono stati davvero pesanti, però piacevoli".
Sei celebre nel mondo dell'atletica per la grinta che metti quando sei in gara. Concentrata, grintosa, cattiva nel senso buono del termine. Qual è il tuo rapporto con la prestazione?
"La grinta è proprio un'impostazione che mi è stata fatta da tempo, dai miei genitori che mi hanno allenato e spronato a essere decisa. Soprattutto con mio padre che era abbastanza severo non potevo sbagliare e fare tutto perfettamente. Oggi invece la grinta è un mix di concentrazione, di attenzione alle condizioni esterne, a quella tavoletta che non devi oltrepassare pena l'annullamento del salto. C'è tutto un lavoro mentale in quei pochi secondi prima del salto. Mi rendo conto che posso sembrare anche un po' cattiva o scontrosa. Ma io mi chiudo dentro a me stessa a pensare alla prestazione. Per esempio, alla finale olimpica a Parigi ero come in una bolla, soprattutto perché lo stadio era talmente rumoroso che non si sentiva nulla; davvero opprimente. Sentivo la pressione dei rumori, dei suoni, del pubblico e mi sono chiusa nel mio mondo e nei miei pensieri. Forse anche troppi (sorride) è vero. Ogni atleta ha il suo modo di affrontare la competizione".
Gare ed eventi?
"Dipende dalla gara. Dipende soprattutto dalla condizione fisica. Se sei a posto e stai bene non ci sono particolari pensieri. Se invece incappi in una giornata in cui non ti senti brillante, ecco che i pensieri negativi arrivano e diventa un incubo".
Dariya Derkach, "Dobbiamo essere leggeri, veloci ed esplosivi"
Nella tua specialità, assai tecnica, conta più la forza o l'esplosività?
"C'è un rapporto peso, potenza e velocità. Dobbiamo essere leggeri, veloci ed esplosivi, anche se è proprio l'esplosività ad essere la caratteristica che devi avere come talento, innata. Mi devo confrontare per esempio con l'altezza e il peso delle mie avversarie. Sono la più bassa (1,70 m ndr) e la più leggera, così cerco di compensare con altre qualità".
Come gestire ansia e tensione pre gara?
"Dipende naturalmente dall'esercizio, faccio tre, massimo quattro ripetizioni con carichi molto alti e angoli molto profondi e qui sta la differenza tra l'allenamento di un runner e chi pratica una disciplina come la mia. Come massimali ho fatto massimo 100 kg con lo squat però a una ripetizione. C'è un esercizio che non amo particolarmente, lo squat eccentrico (deale per sviluppare forza e flessibilità ndr) e lì si arriva a più di 200 kg.
Carichi importanti!
"Ricordo che dopo la fase di volo, i chili che andiamo a scaricare a terra arrivano a circa 400 kg per gli uomini e a più di 300 per le donne. Per sopportare questo impatto durante i balzi dobbiamo allenarci con carichi importanti per poter sostenere il gesto impattante. Nella corsa si tratta di un allenamento con carichi ridotti per un gesto che durerà tanti chilometri".
In una specialità come la tua dove tutto è stato praticamente ormai esplorato e sperimentato, come fai tu in allenamento a lavorare per ottenere il miglior gesto possibile?
"In allenamento, per evitare infortuni, non facciamo quasi mai il salto triplo come lo facciamo in gara. Ci concentriamo più su esercizi specifici che poi andremo a mettere insieme e riprodurre in gara. Dopo tanti anni, lavoro meno sulla tecnica e, lavorando alla base su velocità e forza, mi concentro su particolari come automatizzare i ritmi".
Dariya Derkach, "La lesione al tendine d'Achille è guarita perfettamente"
Personaggi e atleti?
"Uso scarpe decisamente più ammortizzate, i carichi di lavoro sono maggiori e anche e soprattutto per una posizione di appoggio più inclinata in avanti rispetto alle chiodate".
In bocca al lupo Dariya?
“Con Ottavia abbiamo condiviso un percorso molto simile. È allenata dal papà come lo sono stata anch’io fino alle Olimpiadi di Tokyo. Proviene dalle prove multiple come me e entrambe ci siamo specializzate sui salti e sul triplo. In nazionale e alle gare condividiamo tutto. Ci chiedono sempre se siamo amiche. Certo! Siamo persone in gara ma non abbiamo mai avuto alcun contrasto. Aggiungo che questa cosa aiuta molto in gara, perché non essendoci moltissime tripliste al top la competizione ci stimola. C’è sempre da lottare tra me e lei. Una condizione sicuramente positiva”.
Qual è stata la gara più speciale della tua carriera?
"Sono due. La prima quando ho realizzato il mio record personale a Eugene nel 2023. Era l'ultima gara della stagione, la finale della Diamond League ed ero, come tutti, ormai stanca, non in perfetta forma. Ma, arrivata lì, già dal primo salto mi sono sentita bene e così è venuto fuori il mio persona best. L'altra gara è sicuramente la finale ai Giochi di Parigi 2024. Ero motivata, sapevo che cosa dovevo fare. E l'ho fatto".
Sei reduce da un infortunio serio ormai risolto. Che cosa ci dobbiamo aspettare da Dariya Derkach per questa stagione?
"La preparazione invernale era filata liscia come l'olio. Ma nella prima gara quest'anno durante il riscaldamento mi sono lesionata al tendine d'Achille. Addio alla stagione indoor. La lesione è guarita perfettamente e ho iniziato la preparazione a pieno carico. Mi aspetto una stagione positiva perché, infortunio a parte, mi ero allenata molto bene, avevo sistemato molti aspetti importanti. Dunque, non dovrò iniziare da zero. Riprenderò a gareggiare proprio qui a Roma il prossimo 6 giugno al Golden Gala, poi un paio di meeting, la Coppa Europa e i mondiali di Tokyo a settembre".
Perché correre la maratona!