preparare 2 maratone in poco tempo La distanza, anche se preparata bene, richiede in effetti un notevole impegno a muscoli? Sia in Italia che all’estero sono in programma molte 42K, alcune anche molto invitanti. Si sta diffondendo la “moda” di La distanza, anche se preparata bene, richiede in effetti un notevole impegno a muscoli per prepararne un’altra. Ma si può Cuffie a conduzione ossea? La risposta è sì!
Premetto, però, che da sempre sconsiglio i runner che seguo dal correre due maratone in un periodo che sia inferiore ai tre mesi. La distanza, anche se preparata bene, richiede in effetti un notevole impegno a muscoli, articolazioni Aggiornato il: 21/02/2025.
Fare un “lunghissimo” durante una maratona, peraltro, non è come correrlo in allenamento, perché, checché se ne dica, appuntarsi un numero davanti al petto implica comunque, e inevitabilmente, un impegno agonistico. Ne risulta che il “costo” di una esercitazione fatta in gara diventa superiore.
Preparare 2 maratone in poco tempo: i consigli
Ci sono però anche alcuni lati positivi del correre il “lungo” in gara, come ad esempio:
- la possibilità di avere compagnia
- l’opportunità di collaudare i vari tipi d’integratori e bevande da assumere poi durante la gara successiva
- statisticamente il tempo finale della seconda maratona è in genere migliore di quello della prima e pertanto si può pensare di mirare al primato personale
D’altra parte, però, in questi anni ho notato una percentuale elevatissima di runner che si sono infortunati quando la seconda maratona è stata corsa a 20-40 giorni dalla precedente. Voglio dunque mettere in guardia da certi rischi. Tuttavia, per chi è proprio convinto di voler partecipare a due maratone ravvicinate, Il lungo di Yeman Crippa per la Maratona di Londra.
I delusi dalla maratona
Sono quei runner che hanno portato a termine una maratona in un tempo inferiore alle loro aspettative e appena raggiungono il computer di casa o il cellulare in macchina non perdono tempo e s’iscrivono subito alla gara successiva. Siccome però hanno dato il massimo (o quasi) nella loro prima 42K, sarebbe meglio aspettassero 30-40 giorni prima di correrne un’altra.
Per loro diventa importante la gestione della prima settimana post maratona, quando è utile avere la forza di non correre, ma di dedicarsi al cross training, cioè attività alternative quali nuoto, ciclismo o la semplice camminata. Queste discipline eseguite a bassa intensità e per una durata non superiore ai 60 minuti permetteranno un miglior recupero organico, muscolare, tendineo e articolare. Il settimo giorno dopo la gara potrà essere ripresa la normale attività di corsa, iniziando con 6-8 km per arrivare la domenica successiva, a due settimane dalla maratona, a correre anche i 21 km, magari a ritmo maratona.
Durante questa seconda settimana consiglio d’inserire anche un allenamento di prove ripetute brevi (200, 300, 400 metri), da corrersi a ritmo di una gara di 3 km e per un chilometraggio totale massimo di 4 km. Questi allenamenti permettono di recuperare elasticità muscolare, requisito fondamentale per prevenire gli infortuni e ottimizzare il gesto tecnico.
Buona norma è anche quella di programmare almeno un paio di volte alla settimana esercizi di core stability ed esercizi di forza senza pesi per le gambe, oltre agli immancabili esercizi propriocettivi da eseguire senza attrezzi. Inutile rifare allenamenti di oltre 21 km.
I convinti della maratona
Sono quelli che pensano sia giusto correre due maratone ravvicinate. A loro consiglio di seguire le indicazioni espresse nel paragrafo precedente.
I ritirati dalla maratona... o quasi
Può capitare in una maratona di essere vittime dei crampi o di finire l’energia a causa di qualche errore di alimentazione o di gestione del ritmo gara. Per questioni logistiche o di orgoglio si tende comunque ad arrivare al traguardo. In questi casi la voglia di riscatto diventa molto forte ed è quasi giocoforza iscriversi a una nuova maratona a breve termine.
Il mio consiglio è di correre nella settimana dopo la gara per 6-10 km e cercare di capire cosa può essere successo. Due settimane prima della maratona andrà poi inserito un allenamento di 30 km, 25 dei quali corsi a ritmi gara.
Una maratona come allenamento
I più forti mentalmente, i runners in grado di gestire il loro allenamento durante la maratona, possono interpretare la prima parte della gara, ossia i primi 6 o 12 km, come riscaldamento, per poi correre i rimanenti chilometri sino alla fine a ritmo maratona. In questo caso si potrà affrontare con più tranquillità una seconda maratona, quella obiettivo, a distanza di un mese.