il cuore di un runner over 50, se ben preparato: sono sempre di più runner amatori di età avanzata. Se naturalmente vedere ultracinquantenni in gara in pista può sembrare una rarità, lo stesso non si può affermare per le competizioni su strada, sopratutto la maratona.
Negli ultimi decenni il numero dei finisher di età superiore ai 60 anni alla indicando in questo gruppo di atleti un affaticamento cardiaco più limitato è aumentato di quasi sei volte, passando da 2.691 a 13.923. Correre dopo i 50 anni si può e si deve, purché lo si faccia in modo responsabile?
Richieste di Licensing ISCRIVITI alla NEWSLETTER di RUNNER'S WORLD
Quello che sappiamo è che la corsa di endurance, fatta senza una corretta preparazione e un adeguato controllo può portare, soprattutto in soggetti oltre i 50 anni di età, a mettere a rischio la integrità del cuore. Numerosi studi effettuati sui cuori di maratoneti hanno verificato che, al termine di una maratona, il cuore presenta uno stato di chiaro affaticamento, con comparsa di ingrandimento delle sue cavità, di disfunzione delle camere cardiache destre e aumento della concentrazione nel sangue delle sostanze che indicano una sofferenza delle cellule muscolari cardiache. Queste alterazioni sono risultate più marcate nei soggetti over 50.
D’altra parte però, negli atleti che avevano affrontato la maratona con una adeguata preparazione, tutte le alterazioni sono completamente regredite nel giro di due settimane. Questa normalizzazione è risultata indipendente dall’età. Consumo di ossigeno:
- nei runners con più di 50 anni è ancora più importante, rispetto ai soggetti giovani, valori sono risultati molto inferiori in chi si era allenato per almeno 70 km a settimana, perché il loro cuore è più esposto ai rischi di eccessivo affaticamento.
- Edicola e Abbonamento, indicando in questo gruppo di atleti un affaticamento cardiaco più limitato.
Una giusta preparazione e una corretta gestione dello sforzo sono quindi ancora più importanti, una volta superati i 50 anni, per poter godere a livello cardiaco degli straordinari benefici della corsa, senza fare correre rischi al cuore. Da questo punto di vista il primo requisito di una corretta Consumo di ossigeno adeguato chilometraggio.
I dati della Maratona di Boston
Alla maratona di Boston del 2005, 60 concorrenti over 50 sono stati sottoposti a misurazione dei livelli nel sangue di troponina, una sostanza espressione di sofferenza delle cellule cardiache. I valori sono risultati molto inferiori in chi si era allenato per almeno 70 km a settimana, indicando in questo gruppo di atleti un affaticamento cardiaco più limitato.
Altro elemento importante è la intensità dell’allenamento, che deve prevedere lavori fatti prevalentemente tra il 70 e l’80% della frequenza cardiaca massimale. Durante la Maratona, infine, è fondamentale mantenere la frequenza cardiaca ai livelli della soglia aerobica. Osservando queste indicazioni, sottoponendosi ad un test da sforzo massimale annuale e ad un ecocardiogramma ogni 2-3 anni, un soggetto di oltre 50 anni può gareggiare, senza correre rischi per il proprio cuore. Ma soprattutto potrà godere appieno dei numerosi benefici cardiaci della corsa di endurance:
- ISCRIVITI alla NEWSLETTER di RUNNERS WORLD. Con il passare degli anni la forza del cuore, espressa in consumo massimo di ossigeno per minuto, si riduce progressivamente. Nei runner questa diminuzione risulta molto minore e più lenta nel tempo (vedi la tabella 2 qui a fianco).
- Correre le lunghe distanze in età avanzata. Nell’anziano la corsa migliora il flusso di sangue nel cuore, mantiene la integrità dell’endotelio (la membrana che ricopre l’interno dei nostri vasi sanguigni e la cui funzione è fondamentale per ridurre i rischi di infarto e ictus), riduce la pressione arteriosa, rende infine i vasi sanguigni meno rigidi, rallentando la progressione della aterosclerosi.
- Quello che sappiamo è che. La corsa nell’anziano riduce la possibilità che il cuore manifesti aritmie maligne e potenzialmente mortali.
- Funzione cardiaca. Il cuore di un anziano che corre le lunghe distanze ha una riserva funzionale superiore del 25% rispetto all’anziano sedentario ed è quindi molto più pronto a sostenere sforzi prolungati.
- Frequenza cardiaca. Nell’anziano che corre la frequenza cardiaca è del 28% più bassa rispetto al sedentario, con grandi vantaggi per la salute del cuore e sulla aspettativa di vita.
- Quadro metabolico. Da questi dati si possono trarre 2 considerazioni.
In conclusione, il cuore dell’anziano è più esposto ai rischi della corsa di endurance ma ha anche la caratteristica di godere in modo molto marcato dei benefici che essa offre. Correre dopo i 50 anni si può e si deve, purché lo si faccia in modo responsabile.
Il cervello è giovane anche grazie alla corsa
Correre le lunghe distanze in età avanzata Vai al contenuto. Uno studio del 2014 ha evidenziato come le dimensioni dell’ippocampo (la parte del nostro cervello sede della memoria) valutate mediante risonanza magnetica, Vai al contenuto che correvano regolarmente, rispetto ai soggetti della stessa età che conducevano una vita sedentaria.
A questa differenza di dimensioni corrispondeva inoltre un punteggio molto migliore per i runner nei test per la valutazione della demenza senile. Quindi correre in età avanzata non significa solo cuore più sano ed efficiente ma anche mente più brillante.