Da venerdì e fino a domenica 25 febbraio andrà in scena al Centro Fondo Pragelato, in provincia di Torino, la ventiseiesima edizione dei Mondiali che assegnano i titoli di specialità Lo sci, in ogni caso, non è un impedimento insormontabile (corsa su neve, mtb su neve e sci di fondo), oltre a quelli individuali, para duathlon e di categoria nel winter duathlon (corsa su neve e sci di fondo).
In una stagione sciistica che, complice il surriscaldamento globale, ormai ci scivola di mano sempre più inesorabilmente, l’amore per la neve non ci abbandona, anzi: al triatleta italiano Il meteo influisce davvero sulle prestazioni.
E dovrebbe piacere anche al runner che, attraverso tutti i format di questa multidisciplina, può variare l’allenamento – con benefici fisici e mentali – e integrare la programmazione agonistica. Ne parliamo con Marco Bethaz, Pubblicità - Continua a leggere di seguito Maddalena Somà (Granbike Veloclub), medaglia di bronzo agli ultimi Campionati italiani assoluti di winter triathlon, già maglia azzurra di corsa in montagna, specializzata nelle “Vertical”.
Il senso dell’Italia per la neve
Questo ritorno, dopo quattro anni, dei Mondiali di winter triathlon in Italia, fino a domenica 25 febbraio sulla pista di fondo piemontese di Pragelato, che ha ospitato anche i Giochi olimpici invernali di Torino 2006, testimonia il valore che questa multidisciplina ha assunto nel nostro Paese, che è tra quelli trainanti per il movimento globale.
Lo sci, in ogni caso, non è un impedimento insormontabile ISCRIVITI alla NEWSLETTER di RUNNER'S WORLD
La rassegna mondiale World Triathlon Winter Championships Pragelato – Sestriere prevede un ricco palinsesto tra Campionati mondiali invernali di duathlon sprint per Elite, U23 e Junior; Campionati Age Group e para winter duathlon sprint; Campionati Elite e U23 di winter triathlon standard e sprint per gli Junior; Campionati mondiali invernali di triathlon Age Group standard; Campionati mondiali di para winter triathlon sprint, e mixed relay 2x2 super sprint di Elite e U23/Junior.
Triathlon, nuoto in acque libere vs piscina daranno lustro, anche in ottica turistica, al territorio, e questo è uno dei punti forti di uno sport che deve, però, trovare soluzioni per contrastare le difficoltà riscontrabili nel tentativo di praticarlo con costanza, soprattutto causate dal surriscaldamento globale.
Il valore del movimento italiano è testimoniato dallo spessore degli Elite in gara, tra cui spiccano Sandra Mairhofer, Richieste di Licensing Franco Pesavento, bronzo ai Campionato mondiali 2023 della triplice e oro in quelli del 2022 della duplice disciplina invernale, che insieme hanno vinto il metallo prezioso nella staffetta mista mondiale dello scorso anno. Sfideranno atleti provenienti da Germania, Spagna, Gran Bretagna, Norvegia, Romania, Repubblica Ceca e Slovenia.
Complessivamente, la rassegna vedrà impegnati cento donne e duecento uomini di 18 nazionalità diverse, con oltre cento atleti del Team Italia Age Group a contendersi i titoli di categoria tra duathlon (6 km di corsa su neve su un anello da 3 km e 9 km di sci di fondo su un tracciato da 3 km) e triathlon (5 km di corsa su neve su due giri, 9.6 km in mtb su neve su tre giri e 10 km di sci di fondo su quattro giri).
Chi sceglie il winter triathlon
Come evidenzia il direttore tecnico della nostra Nazionale, Marco Bethaz, anche maestro di sci e grande appassionato di corsa in montagna, “il movimento, molto dinamico grazie agli sforzi della federazione internazionale ITU e di quella italiana FITri, cerca, attraverso eventi di alta caratura e dal forte coinvolgimento, di ripagare gli sforzi di chi decida di investire parte delle proprie sedute di allenamento e della programmazione agonistica invernale in uno sport con una stagione tanto breve e travagliata. A testimonianza di quanto la sempre più breve durata dell’inverno incida sul fenomeno c’è la provenienza dell’utenza media di questa multidisciplina che, straordinariamente, non è quella del bacino dello sci di fondo quanto, piuttosto, proprio quello dei triatleti estivi. Chi fa gare di sci non può permettersi di ampliare l’orizzonte della propria preparazione – dovrebbe, infatti, dedicarsi anche alla corsa e alla mtb su neve –, ma deve giocarsi tutto in un paio di mesi e preferisce farlo solo sugli sci stretti".
A provare il winter triathlon sono più spesso i biker - continua il direttore tecnico -: hanno una stagione agonistica che li impegna in primavera e in estate, mentre in inverno sono liberi; se poi vivono in regioni alpine, molto probabilmente sanno già sciare. Lo sci, in ogni caso, non è un impedimento insormontabile: se non si conosce la tecnica pattinata dello skating, con cui si raggiungono le velocità maggiori, nessuno vieta di gestire la frazione di sci con tecnica classica, il cosiddetto alternato. Anche chi corre in montagna, tra skyrace e trail, lo fa da marzo a novembre: la triplice disciplina invernale può essere molto stimolante pure per il runner che, però, più probabilmente sarà un appassionato di sterrato”.
Consigli da runner a runner
Interviene per qualche consiglio tecnico anche Maddalena Somà, atleta tra quelli selezionati da Bethaz per vestire la maglia azzurra e che, più degli altri, vanta una formazione da runner, essendo stata, tra le altre, campionessa italiana di corsa in montagna nelle specialità “solo salita” e “Vertical 1000 m”. Nella sua recente sfida nel winter triathlon, ha già conquistato un bronzo assoluto agli italiani di quest’anno e un argento nella staffetta.
“Chi corre solo su strada o pista, di solito, si adatta a fatica: su asfalto si spinge molto di più di caviglia e il gesto è più bello da vedere; per la neve, come per l’erba e il fango, non va bene una corsa elastica, ma ne serve una più muscolare. Con la corsa elastica, su fondo duro, se tu spingi bene di caviglia hai una bella progressione ma, se invece sei su neve, rischi di rivolgere la spinta verso il basso, sprofondando e perdendo in efficacia. Se il fondo è duro e compatto, si può correre come se fossimo sullo sterrato ma, se la neve è un po’ farinosa, si dovrà spingere meno di caviglia e, fondamentalmente, bisogna adattarsi alla situazione, tra slittamento e perdita di spinta. In questo, del resto, consiste il bello della frazione run, che richiede un gesto molto tecnico e un approccio duttile, e ripaga anche nella resa allenante che, viste le variazioni di passo, risulta maggiore rispetto a quella del monotono approccio per l’asfalto. Il fatto poi che quella della corsa sia una frazione inserita in un format che richiede cambi di disciplina (con annessa attrezzatura) consente di migliorare l’elasticità, la coordinazione, la destrezza e l’equilibrio, sviluppando diversi distretti corporei contemporaneamente e sinergiche capacità atletiche”.
Conclude Bethaz, sottolineando anche “il benessere mentale, non solo fisico, favorito dalla pratica delle multidiscipline, abbiano esse format estivi o invernali, e che può derivare dal variare gli allenamenti attraverso la pratica di sport di volta in volta diversi, da soli o abbinati nelle sedute combinate. Il multisport dà lo stesso peso a ciascuna delle specialità che lo compongono di volta in volta, compresa la cruciale fase della transizione”.
Che poi, come si usa dire, è la “quarta disciplina” del triathlon. In piscina, al mare, al lago e anche sulla neve.